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Le lettere segrete di Bin Laden: dai 29 mln “per la jihad” alle paure del terrorista

Resi pubblici un centinaio di documenti sequestrati nel covo di Abbottabad, dove lo Sceicco del Terrore rimase ucciso 5 anni fa. Confermate le sue fobie, l’ossessione per gli Usa e la paura dei droni. Ma anche l’idea di attaccare nuovamente gli Stati Uniti.
A cura di Biagio Chiariello
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Osama bin Laden, il leader di Al Qaeda, lo Sceicco del Terrore, per anni ricercato numero uno degli Stati Uniti, ha lasciato un patrimonio personale di circa 29 milioni di dollari, la maggior parte dei quali da destinare alla “jihad, per amore di Allah”. E’ quanto emerge dai documenti sequestrate al famigerato terrorista nel giorno in cui rimase ucciso in un blitz delle forze speciali americane nel suo rifugio di Abbottabad (Pakistan) e resi pubblici solo oggi dalle stesse autorità statunitensi. Le carte confermano le sue fobie, l'ossessione per gli Usa e la paura dei droni. Ma anche l'idea di attaccare gli Stati Uniti.

Bin Laden voleva attaccare ancora gli USA

"Abbiamo bisogno di ampliare e sviluppare le nostre attività in America e non limitarci a far saltare in aria degli aerei" scrive in una lettera a Nasir al-Wuhayshi, capo di al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP), filiale del gruppo in Yemen. In una altra missiva non datata ed inviata "al popolo americano", Bin Laden ridicolizza Barack Obama per non aver messo fine alla campagna in Afghanistan dopo Bush.

Il testamento del leader di Al Qaeda

Tra i documenti sequestrati, c'è una lettera che i funzionari americani ritengono essere espressione delle sue ultime volontà. Gli esperti pensano che sia stata stilata negli anni novanta. Bin Laden esorta al sostegno della jihad internazionale: "Spero che i miei fratelli, le mie sorelle e le zie materne ascoltino la mia volontà, ovvero di spendere tutti i soldi che ho lasciato per la guerra santa in Sudan, per grazia di Allah", scrive il defunto terrorista. Sembra che il leader di Al Qaeda volesse dividere la sua fortuna tra i parenti, ma la maggior parte dei suoi averi doveva essere destinata a portare avanti le azioni di quella che un tempo era la principale organizzazione terroristica islamica. Almeno l'1% del suo patrimonio era destinato a Mahfouz Ould Al Walid, un militante di Al Qaeda che ha usato il nome di battaglia di Abu Hafs al Mauritani , anche lui attivo in Sudan. La stessa percentuale sarebbe dovuta andare a Abu Ibrahim al-Iraqi Saad, per aiutarlo a stabilire in Sudan la Wadi al Aqiq, holding facente capo allo stesso Bin Laden.

La lettera al padre

Bin Laden, in un’altra lettera, dimostra di come fosse consapevole della possibilità di essere ucciso, e a tal proposito invitava  il padre a prendersi cura della moglie e dei figli in caso di morte. “Se sarò ucciso, prega tanto per me fai della beneficenza nel mio nome perché avrò bisogno di sostegno per raggiungere la casa eterna”, scrive l'ex leader dell’estremismo islamista.

La lettera di Bin Laden al padre
La lettera di Bin Laden al padre

Tutte le paure dello Sceicco del Terrore

Dalle lettere trovate nel bunker pakistano, emerge anche un Bin Laden fortemente ansioso e preoccupato. La paura di essere intercettato, lo avrebbe spinto ad vietare contatti e corrispondenza via mail privilegiando l'utilizzo dei corrieri e gli incontri personali; la richiesta di distruggere le sim dei telefonini; e ancora, la scorta di ricette per vari tipi di farmaci, così da limitare al massimo le visite dei medici. Ma anche il timore per i droni statunitensi. Tanto che, in una lettera, Bin Laden aveva chiesto ai suoi destinatari di uscire da casa solo in giornate di pioggia o molto nuvolose. E in alcuni casi, le missive si chiudevano con un: "Si prega di distruggere questa lettera al termine della lettura".

Il microchip nei denti della moglie

Sempre in tale, ottica una altra grande paura di Bin Laden era che la moglie avesse un microchip nei denti, quindi che potesse essere spiato. La preoccupazione è emersa in una lettera inviata dallo stesso leader di al Qaeda ad un aiutante identificato come ‘Shaykh Mahmud' in seguito ad una visita della moglie da un dentista in Iran. Temeva che un tracciatore gps potesse essere stato impiantato assieme all'otturazione. "La grandezza del chip – si legge nella lettera in cui Bin Laden usa lo pseudonimo Abu Abdallah – ha la lunghezza di un granello di grano e la larghezza di un piccolo pezzo di vermicelli".

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