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Il sopravvissuto di Auschwitz che cerca dopo 68 anni il gemello su Facebook

Un uomo di 72 anni si è affidato al social network pur di riuscire ad avere notizie del fratello che non vede da 68 anni, quando i due bimbi vennero divisi nel campo di concentramento. Di lui sa che si sarebbe salvato e che ha tatuato sul braccio il numero A7734.
A cura di Susanna Picone
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Un uomo di 72 anni si è affidato al social network pur di riuscire ad avere notizie del fratello che non vede da 68 anni, quando i due bimbi vennero divisi nel campo di concentramento. Di lui sa che si sarebbe salvato e che ha tatuato sul braccio il numero A7734.

Ha 72 anni, ha vissuto l’orrore della Shoah nel campo di concentramento di Auschwitz, ma si è salvato ed oggi, dopo 68 anni, non fa che cercare il fratello gemello dal quale è stato diviso durante la prigionia. L’ultima volta, infatti, che Menachem B. ha visto il suo gemello erano ancora dei bambini: avevano solo 4 anni e ad Auschwitz furono divisi. Ora lui, pur di trovarlo, ha deciso di affidarsi anche a Facebook. Il sopravvissuto al campo di concentramento ha pochi ricordi e altrettanti pochi elementi per riuscire a trovare suo fratello: sa che come lui si sarebbe dovuto salvare dall’olocausto nazista e che sul suo braccio avrebbe tatuato il numero A7734. L’uomo ricorda il giorno durante il quale i nazisti catturarono lui e suo fratello: stava giocando nel giardino di casa, in una zona rurale dell’Ungheria. Ora lui vive in Israele e si è affidato, allo scopo di trovare il fratello, a Ayana KimRon, l’esperto genealogista che ha aiutato molti sopravvissuti a rintracciare i propri cari.

La massiccia campagna di comunicazione su Facebook – L’esperto è al lavoro dal maggio del 2012 e sta utilizzando un forum animato da parenti e amici di Menachem per cercare di scoprire qualcosa. Da una pagina su Facebook è nata così una massiccia campagna di comunicazione. Dalle ricerche è emerso che il fratello scomparso venne iscritto nei documenti del 1944 con il nomignolo Jolli, pochi mesi prima del suo quarto compleanno. KimRon pensa che i due bambini furono salvati entrambi per essere utilizzati come cavie dagli scienziati tedeschi per i loro esperimenti criminali sulla razza. Manechem, dopo Auschwitz, è stato adottato da una nuova famiglia ma ha sempre sentito il desiderio di ritrovare il suo fratellino con il quale, anche se i ricordi sono sbiaditi, ha solo potuto condividere l’orrore della guerra.

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