Il Senato approva il taglio dei deputati
E' arrivato l'ok del Senato alla riduzione del numero dei deputati. Quello di Palazzo Madama è stato un sì quasi unanime all'articolo 1 del Ddl con le riforme istituzionali che modifica l'articolo 56 della Costituzione. I voti a favore sono stati, infatti, 212. Solo 11 i contrari, tra i quali i radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, il senatore Li Gotti dell'Idv e Mario Baldassarri del Fli, il quale ha sottolineato: «Non si può votare un taglio dei parlamentari senza sapere nemmeno quale sia la legge elettorale». I 27 senatori della Lega si sono astenuti. A questo punto i parlamentari della Camera passeranno da 630 a 508 (compresi otto eletti nella circoscrizione Estero), mentre l'età per essere letti scende da 25 a 21 anni. Prossimo appuntamento in Aula fissato per mercoledì della prossima settimana, quando sarà affrontato l'articolo 2 relativo al Senato, con la riduzione del numero dei senatori. C'è da dire che il Presidente Renato Schifani ha preteso che le votazioni sull'articolo 1 delle riforme costituzionali si chiudessero entro questa mattina, sforando anche i tempi di chiusura della seduta, dopo che nella giornata di ieri l'Aula aveva accantonato lo stesso articolo sul taglio dei parlamentari su richiesta della Lega.
Gli emendamenti bocciati – Le decisioni di dissenso della Lega, di Idv e dei radicali, vanno probabilmente lette in ottica del respingimento degli emendamenti presentati dai rispettivi partiti. Il Carroccio, infatti, chiedeva di sforbiciare in maniera perentoria il numero dei deputati, portandoli a 200 (con una modifica all'articolo 1 del testo sulle riforme costituzionali a doppia firma Roberto Calderoli-Sergio Divina). Similmente sono stati bocciati emendamenti analoghi che chiedevano di ridurre i parlamentari a 315 (sempre della Lega, mentre uno analogo era stato presentato da Adriana Poli Bortone di IO Sud assieme a Coesione nacionale) e uno dell'Idv che chiedeva di tagliare a 300. Non passa neppure l'originale proposta dei Radicali, che chiedevano che le due Camere fossero elette "mediante sorteggio".