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Il salvataggio de L’Unità e la polemica con Beppe Grillo: intervista esclusiva ad Andrea Defranceschi

Il capogruppo del Movimento 5 stelle in Regione Emilia Romagna, raggiunto da Fanpage, dice la sua sulla risoluzione (poi modificata) per salvare i lavoratori del quotidiano fondato da Gramsci e sulle accuse ricevute da Beppe Grillo.
A cura di Alfonso Biondi
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Defranceschi e Grillo

Ricapitoliamo un po' quanto accaduto. Lei ha firmato una risoluzione per evitare la chiusura de L'Unità o meglio per tutelare i lavoratori che a seguito della chiusura del giornale potrebbero perdere il posto. Giusto?

Esatto.

Grillo si infuria perché il vostro programma è contro il finanziamento pubblico ai giornali. E’ il 28 dicembre. Grillo scrive un post dal titolo "La fine del finanziamento pubblico ai giornali": nel post non nomina direttamente lei, ma scrive che chi la pensa diversamente può andare da un'altra parte. Poi linka la risoluzione che ha proposto il suo gruppo in Regione. 

Beh, diciamo che linka la ricostruzione che l’Unità ha fatto del comunicato stampa.

Ok. Successivamente lei rivede la risoluzione dopo aver ravvisato degli errori e dopo aver accolto dei suggerimenti dalla rete. 

Più che degli errori, si è trattato di segnalazioni che sono venute dalla rete. Tali segnalazioni sono state fatte perché determinate parole o frasi usate nella risoluzione potevano essere fraintese o strumentalizzate.

Qualcuno le riteneva un po' ambigue.

Io non ho mai parlato di finanziamento ai giornali, non perché debba seguire un programma ma perché ci credo io. C’erano alcune frasi da rivedere, non ho avuto nessun problema a rivederle e a cambiare quello che non cambia assolutamente la sostanza. Il problema, evidentemente, è che Grillo ha ricevuto delle informazioni sbagliate sul senso e sullo spirito della risoluzione; da nessuna parte, infatti, si dice che bisogna dare dei soldi a L’Unità. E il discorso è lo stesso anche per quanto riguarda gli altri giornali.

Se Beppe Grillo non fosse uscito fuori con questa dura presa di posizione lei la risoluzione l’avrebbe comunque rivista?

E’ avvenuto tutto talmente velocemente… E’ impossibile dirlo. E’ ovvio che se avessi ricevuto 50 e-mail che mi segnalavano il problema o segnalazioni di altri consiglieri dell’Emilia Romagna o di altri comuni, non avrei avuto problemi a cambiarla in ogni caso. Con Grillo non c’ho neanche parlato per cui…

Ecco, questa era la prossima domanda. Non ha avuto alcun confronto con Beppe Grillo? Neanche una telefonata?

No.

Ho letto il suo post del 2 gennaio nel quale aveva scritto che c’erano stati dei fraintendimenti nella risoluzione, proprio a livello lessicale, e che vi siete adoperati per sciogliere queste ambiguità. Per lei l'equivoco con Grillo è definitivamente chiarito?

Non lo so, non ho idea. Personalmente non ho cambiato risoluzione per offrire un chiarimento, non ho nulla da chiarire. Sul post di Grillo c’è scritto “se qualcuno non è d’accordo vada da un’altra parte”, ma io sono d’accordo col programma con cui ci siamo presentati alle elezioni.

Oggi sul sito web de L’Unità e c‘era un pezzo di Adriana Comaschi dal titolo “Il Diktat di Grillo contro i traditori”. Anche in rete- nonostante dopo l’accaduto molti si siano schierati contro di lei- diverse persone hanno etichettato Grillo come un dittatore. Lei pensa che la presa di posizione di Grillo sia stata un po’ eccessiva?

Non penso che Grillo sia un dittatore perché da noi uno dovrebbe valere sempre uno. Lui ha espresso la sua libera opinione e il confronto che c’è sotto nei suoi commenti esprime la diversità di opinioni. Penso sicuramente che il suo post sia stato eccessivo e ingeneroso nei miei confronti, soprattutto a livello personale.

Il Movimento 5 stelle propugna una politica che parte dal basso. Secondo lei questa impostazione strutturale del movimento riuscirà a sopravvivere nonostante la forte personalità di Grillo? Sebbene la  la contrapposizione sia netta, pensa che le 2 cose potranno coesistere?

Devono farlo. Questa è la scommessa su cui è nato il movimento e credo che fino ad ora l'abbiamo vinta. Io in un anno e mezzo non ho mai ricevuto indicazioni da Grillo o da qualcuno del suo staff su cosa dire o cosa non dire. Credo sia un esperimento che si possa fare a qualunque livello, sia comunale, sia regionale, sia nazionale.

Dopo quanto accaduto, si sente ancora a suo agio nel Movimento 5 stelle o ha deciso di cambiare aria?

Sono in una fase di riflessione personale. Dovrò capire se mi trovo a mio agio o meno nel movimento più che altro in relazione a determinate persone che lo compongono e che hanno montato una campagna disinformativa cui ha abboccato anche Grillo, ingenuamente. Suppongo ingenuamente, ma ci è cascato anche lui.

Quindi per ora non la vedremo nel "Pdl senza elle"?

Quello è proprio un problema che non si pone né da una parte né dall’altra: non andrei in nessun altro partito qualunque cosa succeda. Penso poi che si possa fare anche il consigliere regionale indipendente. Di certo non andrò in nessun altro partito. Ho un mio lavoro a cui posso tornare.

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