6.145 CONDIVISIONI

Il ritorno di Elsa Fornero: parole dure contro Monti

In un’intervista a Il Fatto quotidiano si sfoga per il difficile periodo da Ministro del Lavoro. “Per quelle lacrime mi hanno deriso fino in Patagonia”.
A cura di Biagio Chiariello
6.145 CONDIVISIONI
Immagine

“Io sanguinavo come San Sebastiano, mi colpivano ovunque, e dovevo stare zitta, mentre Mario Monti faceva campagna elettorale”. Elsa Fornero, ex ministro del lavoro del governo Monti, non usa mezze parole per definire il suo team “tecnico” di lavoro della sua breve esperienza politica. In un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, ricorda alcuni momenti del suo mandato da ministro. Un periodo difficile della sua vita, a quanto pare: “Ho gestito il mio tempo per non andare da uno psicologo o da uno psichiatra" dice. Un periodo in cui gli italiani l’hanno conosciuta per l’austerità e per il rigore delle sue riforme, e che per lei non è stato facile. La Fornero afferma di aver "sofferto tanto, ma era necessario. Un giorno ero abbattuta, poi entusiasta, poi di nuovo abbattuta". E quanto tutto è finito, "ho gestito il mio tempo per non andare da uno psicologo". Ammette che dopo l’esperienza politica non ha avuto alcun desiderio di buttarsi di nuovo nella mischia, anche perché “un ministro impopolare non si può candidare”. E in tal senso non fa mancare la frecciatina contro l’ex premier: “Ritengo che Mario (Monti) abbia sbagliato" a candidarsi.

Parole dure per Monti, parole dolci per Enrico Letta

La Fornero parla anche delle sue famose lacrime e dice “mi hanno deriso anche in Patagonia". Ma quella riforma lacrime e sangue, quella sul mercato del lavoro, l’ex ministro la rifarebbe, semplicemente perché necessaria: “Io l’ho fatto per spirito di servizio, la nazione era in discredito. Ho conosciuto bene la Grecia, il pugno duro della Troika. Noi ogni giorno dobbiamo rinnovare prestiti per un miliardo di euro: il rischio l’abbiamo toccato da vicino”. E se da una parte accusa un premier (Monti) di averla, in qualche modo, abbondonata , dall’altra ha parole dolci per un altro Presidente del Consiglio. "Devo molto a una telefonata di Enrico Letta, era il 3 maggio 2013, era un venerdì, circa le 21 e 30. Io mi ricordo i particolari. Tornava dal primo viaggio da presidente del Consiglio. Mi disse: Elsa, se siamo ancora in Europa lo dobbiamo alle tue riforme. Non mi doveva quella gentile chiamata. Mi ha aiutato".

6.145 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views