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Il problema non è l’età della laurea, tanto a 21 o 28 anni in Italia non trovi lavoro

Il curriculum del ministro Giuliano Poletti spiega ogni cosa: non importa laurearsi a 21 o a 28 anni. Basta entare nei canali giusti. Altrimenti non trovi e non troverai mai lavoro. Né a ventuno né a quarant’anni.
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"La laurea a 28 anni con 110 e lode non serve a niente, meglio a 21 con 97" dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, quello del Jobs Act. Essendosi fermato alle scuole superiori (perito agrario) Poletti sarà andato a fiducia. Facciamo come fanno i selezionatori nelle aziende, analizziamo il suo curriculum: Poletti è stato tecnico agricolo, poi assessore comunista a Imola e da lì nelle fila dell'allora Partito Comunista Italiano non si è più fermato: consigliere provinciale, presidente di Legacoop in Emilia prima e poi presidente nazionale. Addirittura vicepresidente della federazione sportiva di Pallamano. E oggi ministro del governo di Matteo Renzi.

La storia di Poletti è esemplificativa. Non importa laurearsi a 21 o a 28 anni: basta entare nei canali giusti. Altrimenti non trovi e non troverai mai lavoro, fossi anche il più bravo fra i bravi.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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