1 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Presidente Mattarella racconta il suo 25 aprile: “Difendere la democrazia”

Il Capo dello Stato intervistato dal direttore di La Repubblica Ezio Mauro. “La differenza tra gli anni di Piombo e il jihadismo? Quella era una minaccia che proveniva dall’interno. Oggi abbiamo varie entità esterne, presenti in Paesi diversi, che incitano su Internet alla guerra santa”.
A cura di Biagio Chiariello
1 CONDIVISIONI
Immagine

Non si deve abbassare la guardia. Perché la democrazia va sempre difesa e riaffermata.  A settant’anni dalla Liberazione, alla vigilia del 25 aprile, “patrimonio di tutto il Paese”, il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha ricordato sul quotidiano La Repubblica l’importanza la nostra Costituzione, “frutto della lotta antifascista contro la dittatura e la guerra”. “Naturalmente nella nostra democrazia confluiscono anche altri elementi storici nazionali, ma quello dell’ antifascismo ne costituisce elemento fondante. La Resistenza italiana mostrò al mondo la volontà di riscatto degli italiani, dopo anni di dittatura e di guerra di conquista”, dice Mattarella nell’intervista riportata con grande evidenza nella prima pagina del quotidiano. Il presidente della Repubblica sottolinea che “non c’è più, fortunatamente, la necessità di riconquistare i valori di libertà, di democrazia, di giustizia sociale, di pace che animarono, nel suo complesso, la Resistenza. Oggi c’è la necessità di difendere quei valori, come è stato fatto contro l’assalto del terrorismo, come vien fatto e va fatto sempre di più contro quello della mafia”.

Per Mattarella “la qualifica di ‘resistenti’” andrebbe estesa “non solo ai partigiani, ma anche ai militari che rifiutarono di arruolarsi nelle brigate nere e a tutte le donne e gli uomini che, per le ragioni più diverse, rischiarono la vita per nascondere un ebreo, per aiutare un militare alleato o sostenere chi combatteva in montagna o nelle città”. Tornando sulle ragioni della sua visita alle Fosse Ardeatine, appena dopo la sua elezione, il presidente spiega che “assistiamo al riemergere dell’odio razziale e del fanatismo religioso: i morti delle Ardeatine è come se ci ammonissero continuamente, ricordandoci che mai si può abbassare la guardia sulla difesa strenua dei diritti dell’uomo, del sistema democratico”.

Il presidente della Repubblica, nel rispondere ad una domanda di Ezio Mauro sulla minaccia allo Stato del terrorismo degli Anni di piombo e quella attuale dello jihadismo, spiega che "la lotta al terrorismo fu condotta dallo Stato senza sospendere le libertà civili e democratiche. Fondamentale, per battere il terrorismo, è stata l'unità di popolo", i brigatisti furono sconfitti "prima sul piano politico, nel rifiuto, cioè, delle masse operaie, di seguirli nella lotta armata, che sul piano militare o di polizia". La differenza fondamentale è che quella era una "minaccia che proveniva dall'interno “, prosegue Mattarella. Oggi invece “abbiamo una o più entità esterne, presenti in Paesi diversi, che incitano su Internet alla guerra santa contro l'Occidente e che confidano in una rivolta spontanea dei musulmani presenti all'interno di quei Paesi che si vorrebbero sottomettere al Califfato. Non c'è dubbio che si tratti di una minaccia nuova e insidiosa".

1 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views