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Il popolo del family day infuriato con Alfano: “No a questa legge su unioni civili”

Mario Adinolfi ribattezza il ddl Cirinnà in “ddl Renzi – Alfano”, mentre altri leader della folla del Circo Massimo attaccano il Nuovo Centrodestra di aver barattato poltrone con il voto al maxiemendamento che spiana la strada alle unioni civili.
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I leader del Family Day sono infuriati in seguito all’annuncio del maxiemendamento sostitutivo del ddl Cirinnà. Più che con la senatrice democrat e gli esponenti del mondo lgbt, però, sono infuriati con i parlamentari di area moderata che hanno dato il loro via libera alla soluzione di mediazione trovata dal premier Matteo Renzi. Cattolici contro cattolici, dunque: l’impressione generale è, infatti, che proprio quando la legge stava per saltare definitivamente dopo il “no” al canguro del Movimento Cinque Stelle, sono stati gli uomini di Area Popolare ed i “cattodem” a salvarla.

L’ex ministro Maurizio Lupi, esponente del Nuovo Centrodestra, ha addirittura esultato per l’accordo raggiunto: “Il nuovo testo riconosce innanzitutto il principio che ha visto la nostra battaglia prioritaria in questi mesi – ha scritto – e dice chiaramente no alla possibilità di adozione per le coppie dello stesso sesso, dice no alla stepchild adoption e no alla pratica dell’utero in affitto. La distinzione tra unioni civili e istituto del matrimonio è netta. Salta, ad esempio, l’obbligo della fedeltà tra i partner dell’unione.” Una posizione che fa infervorare, uno dei leader del Circo Massimo, Jacopo Coghe, che scrive rivolgendosi direttamente al deputato: “Caro Lupi, il suo è un grave atto di tradimento nei confronti del popolo del Family Day. Non cerchi di indorare la pillola il maxiemendamento è una porcheria tanto quanto il testo originale del ddl. Abbiamo sperato fino all'ultimo in un colpo di coda di una coscienza ben formata, ma abbiamo capito che tra le poltrone Ncd non potrà mai esserci. Arrivederci alle prossime elezioni…”

Ancora più duro Filippo Savarese, uno dei leader di Generazione Famiglia: “Francamente mi vergogno di aver parlato davanti a gente come lei al Circo Massimo. Non so di che persone lei è solito circondarsi, ma la gente del Family Day non è fatta di imbecilli. Voi consegnate nelle mani avide e pilotate della giurisprudenza italiana e sovranazionale un testo scritto con i piedi perché sia sventrato e ristrutturato a piacimento.” Savarese accusa Lupi di “seppellire la verità sotto un il cumulo di benefici personali che le ritornano (anche in tasca) dal fatto di lasciare in pace il Premier che da due anni vi tiene al guinzaglio politico, concedendovi di influenzare l'attività di Governo solo se ed in quanto può comunque spacciare i vostri pochi meriti come suoi.”

Mentre Massimo Gandolfini, portavoce del Family Day manda a dire a Renzi che i cattolici dimostreranno la propria contrarietà alle unioni civili bocciando il referendum sulle riforme costituzionali previsto per il prossimo autunno, il direttore de La Croce, Mario Adinolfi, ribattezza il ddl Cirinnà come “ddl Renzi e Alfano”. Adinolfi preconizza che “per loro rapporto con il mondo cattolico reale, quello delle chiese piene, si chiude qui. Potranno avere certo relazioni con pezzi di gerarchia e qualche prete alla moda, le cui chiese però sono vuote. Quella spinta dal basso che il popolo cattolico militante ha espresso con una capacità inaspettata che ha stupito l'Italia, si trasformerà in un'energia che sarà raccolta e produrrà movimento.”

Su tutti i forum cattolici italiani, che in genere sono frequentati da “duri e puri” e sui gruppi Facebook pro famiglia tradizionale il dito è puntato soprattutto contro Angelino Alfano, spesso bollato come traditore. Dappertutto si moltiplicano post di protesta e di disapprovazione nei confronti del Nuovo Centrodestra. Tra l’altro, lo stesso Alfano qualche problema all’interno del suo partito ce l’ha e non è a causa di un cattolico: l’ex ministro del lavoro Maurizio Sacconi, ha già annunciato che non voterà la fiducia al governo perché la nuovo disegno di legge equiparerebbe unioni civili e matrimonio, mettendo in evidenza tutti i punti in comune tra i due istituti giuridici: “se miagola come un gatto non può che essere un gatto. – ha chiarito – Così valuterà la legge ogni corte europea o nazionale. Sarà doveroso continuare nel giorno dopo l'impegno civile attraverso il referendum e i ricorsi di costituzionalità.”

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