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Il piano sicurezza negli aeroporti delle capitali europee dopo gli attentati di Istanbul

Alzati i sensori dei metal detector, controlli continui e mirati sul personale dello scalo, agli ingressi con “la facoltà di far aprire le valigie e di controllare i documenti ben prima degli accessi ai varchi presidiati dai vigilantes privati”. Il modello è quello degli aeroporti israeliani con uomini della sicurezza mimetizzati in mezzo ai passeggeri.
A cura di Redazione
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Controlli di sicurezza all'aeroporto di Fiumicino

A due giorni dalla strage di Istanbul, i servizi di sicurezza italiani predispongono una stretta nei controlli nei principali aeroporti. In un articolo sul Corriere della Sera spiega come l'attenzione si sia "concentrata verso tutte le mete di attrazione che possono diventare obiettivo privilegiato:  le spiagge del Nordafrica così come le capitali europee", considerato che l'Isis "indebolito nelle proprie aree di influenza (dalla Siria, all’Iraq, fino alla Libia), Isis/Daesh si mostra più forte grazie all’azione di «lupi solitari» e gruppi che decidono di entrare in azione negli Stati occidentali".

Così, il dispositivo di sicurezza di decine di aeroporti è stato decisamente potenziato: alzati i sensori dei metal detector, controlli continui e mirati sul personale  dello scalo (addetti alle stive, al catering e a tutti i servizi di terra per prevenire complicità con personaggi legati al fondamentalismo e l'utilizzo dei lavoratori come basisti), rafforzati i controlli agli ingressi con "la facoltà di far aprire le valigie e di controllare i documenti ben prima degli accessi ai varchi presidiati dai vigilantes privati". Il modello è quello degli aeroporti israeliani:

A Istanbul i killer hanno usato la vecchia strategia di colpire il primo cerchio di uno scalo. Non potendo arrivare sui jet, oggi molto protetti, sparano sulla folla. Per questo si deve aumentare la vigilanza in tutte le aree: con la creazione di cerchi difensivi affidati ad agenti in divisa e in borghese proprio come accade negli aeroporti israeliani. Nulla viene lasciato sguarnito: strada d’accesso, ingresso, check-in, porte d’imbarco, navette. Gli uomini della sicurezza si mimetizzano in mezzo ai passeggeri, telecamere vegliano in ogni angolo. Naturalmente si tratta di un dispositivo che ha costi enormi e per questo — al di là dei provedimenti di sorveglianza già operativi — si sta facendo un’analisi degli aeroporti ritenuti maggiormente a rischio per intervenire con urgenza.

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