Il patrigno accusato di averla violentata viene assolto: 22enne si suicida

Una giovane donna si è suicidata dopo aver scoperto che il patrigno che l’avrebbe violentata ripetutamente è stato scagionato. Juliet Crew, 22 anni, inglese di Taunton, nel Somerset, si è impiccata: a fare la scioccante scoperta è stata la madre. Prima dell’insano gesto, ha lasciato una nota accanto al suo cadavere nella quale manifestava tutta la propria delusione per il sistema giuridico britannico. La giovane, infatti, aveva denunciato di essere stata stuprata almeno dieci volte dal proprio patrigno, il 60enne Nigel Parkin, noto nella comunità locale per essere l'organista della chiesa. Secondo quanto scrive Metro, ad accusare l’uomo, oltre Juliet, era stata anche un'altra ragazza: entrambe, a seguito delle violenze, avrebbero sofferto vari disturbi psichici e per questo utilizzavano medicine e psicofarmaci. Per la Corte, però, proprio l'instabilità mentale delle due giovani sarebbe stato un motivo per dichiarare inattendibili le accuse verso l'uomo.

“Il sistema giudiziario in questo paese, in particolare per le vittime di reati sessuali, è disgustoso” ha scritto la 22enne suicida nel suo messaggio d’addio. “Non c'è giustizia. Mi conferma solo che posso fidarmi delle persone. Non voglio vivere in un mondo dove non c'è giustizia” sono le amarissime parole della ragazza. Parkin, impiegato presso la Church of England, è stata giudicato non colpevole per dieci reati gravi contro Juliet nell’ambito del processo tenutosi davanti alla Corte di Taunton nel 2012.