199 CONDIVISIONI

Il Parlamento si ferma per volere del Pdl: il M5S fa le barricate, il Pd si spacca

Dopo la decisione di sospendere i lavori del Parlamento il M5S prima si è scagliato contro il Pd che aveva votato a favore e poi ha tenuto un sit davanti a palazzo Montecitorio. Intanto nuovi malumori all’interno del Pd, alcuni parlamentari hanno criticato le indicazioni del partito e hanno deciso di astenersi o uscire dall’Aula durante il voto.
A cura di Antonio Palma
199 CONDIVISIONI
Immagine

Dopo l’approvazione alla Camera della richiesta del Pdl di una sospensione dei lavori parlamentari non si sono fatte attendere le reazioni da più parti. Dopo la bagarre in aula subito dopo il voto, le critiche per la decisone sono continuate anche dopo e non solo da chi ha votato contro la proposta. Oltre ai deputati del Movimento cinque stelle che dopo le proteste in Aula e gli scontri con alcuni deputati del Pd hanno tenuto un sit-in in piazza Montecitorio, anche tra le fila del Pd i commenti e i distinguo non sono mancati. Almeno una ventina di deputati infatti non ha accettato  l’indicazione della dirigenza e ha deciso di uscire dall’aula o di astenersi. Il  segretario del Pd, Guglielmo Epifani, tentando di far luce sulla decisione di votare sì alla sospensione dei lavori, ha ammonito il Pdl a “non tirare troppo la corda” ritenendo che “la richiesta di sospendere i lavori del Parlamento per tre giorni, a seguito delle decisioni della Corte di Cassazione sul processo mediaset, costituisce un atto irresponsabile e inaccettabile, che unisce ambiti che vanno rigorosamente tenuti distinti, quello giudiziario e quello parlamentare.”

Il capogruppo del Pd alla Camera Roberto Speranza ha sottolineato però che “non c'è stata nessuna moratoria. Abbiamo solo votato per consentire al Pdl di svolgere l'assemblea del gruppo nel pomeriggio odierno. Abbiamo invece respinto una richiesta ingiustificata di sospendere per tre giorni tutti i lavori dell'aula”, aggiungendo “la volgare strumentalizzazione seguita da parte del M5S è frutto di un nervosismo ormai fuori controllo, conseguenza di una inesorabile perdita di consensi e di credibilità nel paese e nell'opinione pubblica. Non consentiremo a chi punta solo allo sfascio delle istituzioni di prevalere”.

Le dichiarazioni però non hanno rasserenato l’animo all’interno del Pd e molti esponenti del Partito democratico hanno affidato a twitter il loro pensiero. Paolo Gentiloni ha parlato di precedente grave e dichiarato di non aver votato, mentre Pippo Civati, che si è astenuto, ha deciso di commentare cosa è successo con un tweet scherzoso “la seduta della Camera è sospesa fino al 30 luglio”. Anche tra coloro che hanno votato seguendo l’indicazione del Partito però il malcontento è evidente. “E’ l’ultima volta che accettiamo una cosa del genere” ha dichiarato la deputata Lorenza Bonaccorsi. C'è chi invece come Zampa si lamenta di come il pd ha gestito la cosa,  “Non ne abbiamo nemmeno discusso in una riunione di gruppo ci hanno convocato in aula con un sms per questioni procedurali”. Ivan Scalfarotto ammette in un  tweet di aver votato sì aggiungendo “mi chiedo quanto io sia ancora in grado di gestire questa cosiddetta disciplina di gruppo. Anche il renziano David Ermini si sfoga con un tweet “continuiamo a farci del male…forse sarebbe l'ora di cambiare qualcosa…che ne dite?”.

Reazioni stizzite di fronte alla richiesta del Pdl anche dagli altri gruppi parlamentari a cominciare da Sel. “Siamo di fronte a un conflitto di poteri e noi continueremo a difendere il potere. Oggi una brutta pagina: c'è stata una lesione della sovranità parlamentare contro l'interesse dei cittadini” ha dichiarato il capogruppo alla Camera Gennaro Migliore. Per il leader di Sel  Nichi Vedola “Il comportamento della destra in questo momento è davvero inquietante. Farci precipitare in una sorta di capitolo finale della guerra tra politica e magistratura è un'idea delinquenziale e demenziale”. Anche la Lega si era detta “nettamente contraria” all'ipotesi di una sospensione dei lavori parlamentari e ha votato contro.“Sono convinto che chiudere il Parlamento significa fare un vulnus alla democrazia: se così sarà, chiederemo immediatamente un incontro al Presidente della Repubblica” ha dichiarato il segretario Roberto Maroni.

199 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views