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Il Papa lancia un appello ai mafiosi: “Convertitevi, così non siete cristiani”

Dopo la scomunica, il Pontefice torna sul tema dei mafiosi: “Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone”.
A cura di Biagio Chiariello
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Qualche tempo fa aveva affermato che sono "scomunicati", ed oggi Papa Francesco chiede ai mafiosi una "conversione pubblica", ricordando che "non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone: quanti appartengono alla comunità cristiana non possono programmare e consumare gesti di violenza contro gli altri e contro l'ambiente”. Così Bergoglio durante l'udienza in Vaticano alla diocesi di Cassano allo Jonio. "Aprite il vostro cuore al Signore!", ha aggiunto il Pontefice, sempre rivolgendo le sue parole a chi h scelto “la via del male ed è affiliato con le organizzazioni malavitose”. "Il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene", ha detto ancora papa Francesco.

"I gesti esteriori di religiosità non bastano per accreditare come credenti quanti, con la cattiveria e l'arroganza tipica dei malavitosi, fanno dell'illegalità il loro stile di vita – ha aggiunto il pontefice – .Non si può dirsi cristiani e violare la dignità delle persone; quanti appartengono alla comunità cristiana non possono programmare e consumare atti di violenza contro gli altri e contro l'ambiente. I gesti esteriori di religiosità non accompagnati da vera e pubblica conversione non bastano per considerarsi in comunione con Cristo e la sua Chiesa".

"Il nostro tempo – esclama il Papa – ha un grande bisogno di speranza! Ai giovani non può essere impedito di sperare; a quanti vivono l'esperienza del dolore e della sofferenza occorre offrire segni concreti di speranza. Le realtà sociali e associative, come pure i singoli che si adoperano nell'accoglienza e nella condivisione, sono generatori di speranza". "Pertanto – conclude – esorto le vostre comunità cristiane ad essere protagoniste di solidarietà, a non fermarsi di fronte a chi, per mero interesse personale, semina egoismo, violenza e ingiustizia".

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