Il Papa e l’austerity in Vaticano: bloccati stipendi e straordinari, sì al volontariato
È tempo di crisi economica anche per il Vaticano, così le autorità ecclesiastiche in accordo con Papa Francesco sono corse ai ripari introducendo drastiche misure di austerity anche tra le mura della Santa Sede. Come già anticipato alcuni mesi fa, il piano di risanamento dei conti e di contenimento delle spese per il Vaticano riguarderà soprattutto i lavoratori. Come racconta Il Messaggero, il piano, infatti, prevede un blocco totale delle assunzioni, ma anche lo stop ai rinnovi contrattuali e di conseguenza agli aumenti di stipendio, il congelamento di promozioni e di passaggi di livello, ed infine il divieto di fare ricorso al lavoro straordinario e a quello domenicale. Per coprire eventuali esigenze lavorative extra orario il piano di austerity prevede un massico ricorso al volontariato "a condizione che siano osservate rigorosamente le disposizioni normative in materia". Le nuove disposizioni, firmate del nuovo Segretario di Stato, Monsignor Pietro Parolin, sono state già inviate a tutti i dicasteri e ai pontifici consigli, e ora cardinali e arcivescovi dovranno metterle in pratica con effetto immediato.
Il piano di austerity voluto anche da Papa Francesco per ridurre le spese eccessive del Vaticano prevede inoltre una decisa diminuzione degli incarichi professionali e delle consulenze esterne. Anzi, per favorire una migliore gestione delle risorse interne, sono incoraggiati i trasferimenti interni da un dicastero all’altro così da avere un migliore utilizzo delle risorse del personale. Un'azione che andrà di pari passo con la razionalizzazione di alcune strutture amministrative e l'accorpamento di diversi pontifici consigli. Lo scopo finale, infatti, è anche quello di rendere più snella e quindi più trasparente la burocrazia del Vaticano.
