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Il Movimento 5 Stelle cresce, lo dicono i numeri. Ma c’è poco da festeggiare

Come ha visto le Regionali un grillino? Reazioni eterogenee, nello stile del Movimento. Io le ho viste così: è andata meglio di quanto mi aspettassi (anche se non c’è niente da festeggiare).
A cura di Gianluca Riccio
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Per tutta la notte un solo dato mi frullava in testa: 126.619. Le persone che hanno votato il Movimento Cinque Stelle in Emilia alle precedenti elezioni regionali, nel 2010. Oggi i voti raccolti sono 158.500. Dopo 4 anni di alti e bassi, tra il boom del 2013 e il massacro mediatico che ne è seguito, alla faccia dell'astensione quasi 32.000 emiliani in più sono scesi di casa per andare a votare il MoVimento. La percentuale passa dal 6% al 13,26% e i numeri dicono chiaramente che il Movimento Cinque Stelle in Emilia cresce (scriviamolo bene, così si capisce).

Dall'altro lato, il PD passa dagli 857.613 delle scorse regionali ai 531.855 di queste: 325.000 emiliani in meno sono scesi di casa per andare a votare PD. Forza Italia prende un bagno epocale. Finanche la Lega, vera protagonista della consultazione, prende 55.000 voti in meno.

Ciò nonostante le cattive sensazioni che avevo alla vigilia sono confermate: sono sbalordito per come i cittadini continuino a votare per partiti politici che li derubano, li spogliano dei loro beni, li ingannano. Questa è gente che compra vibratori coi soldi pubblici, che regala appalti e prebende ad amici e sodali, che fa crollare l'occupazione, che ammazza di tasse le persone. Gli elettori che ci cascano diminuiscono, ma non abbastanza. Mi aspettavo sicuramente una reazione molto più forte da parte degli emiliani (per non parlare dei calabresi, il cui dato è addirittura deprimente).

A fronte di queste cose, come si può spiegare il fenomeno che vede il Movimento Cinque Stelle, a dispetto della sua blanda crescita numerica, non raccogliere il frutto del disastro commesso dai partiti e non intercettare l’area dei “disaffezionati” al voto?

Credo si sia fatta confusione, nell'enfasi del primo risultato elettorale del MoVimento, tra gli elettori "del Cinque Stelle" e gli elettori "che si sentivano rappresentati dalla propria idea del Cinque Stelle". I risultati che stiamo osservando mostrano chiaramente che c'è una percentuale significativa di elettori che hanno costruito nella loro immaginazione una idea del Cinque Stelle e poi non l'hanno trovata corrispondente alla realtà rappresentata davanti ai loro occhi. Potremmo tentare un'analisi più completa del perché questo sia successo, e come sempre le cause sono molteplici, ma (e lo dico perché ci credo, perché lavoro nella comunicazione) le ridurrei a due macrocategorie:

– Cattiva informazione dall'esterno;
– Cattiva informazione dall'interno.

Su una terza causa spesso agitata, la presunta "assenza di risultati tangibili del M5S in Parlamento, vorrei spendere due parole: è chiaro che da un'opposizione oggi ci si possa aspettare dei risultati in qualche misura, ma ricordiamoci che, per come è diventato il Sistema, ottenere dei risultati significa semplicemente infognarsi. Il 5 Stelle ha a mio avviso ottenuto il massimo dei risultati possibili in un quadro di istituzioni svuotate del loro potere decisionale (mai un così alto numero di ricorsi alla fiducia) probabilmente sottovalutando (e questo è un errore grave secondo me) l'istinto di sopravvivenza e i mezzi che il Sistema avrebbe messo in atto per rigenerarsi, con 3 semplici mosse:

  1. L'abbattimento delle finte "barriere ideologiche", perché non più funzionali -> da qui la conseguenza delle larghe intese prima, del Nazareno poi;
  2. La sistemazione "A specchio" rispetto all'avversario politico (cioè la realizzazione di un finto "apparato anti-Sistema" che si muove apparentemente per scardinare vecchi privilegi, ma è espressione della restaurazione) -> da qui la conseguenza di Letta prima, Renzi poi, finto "Homo Novus" dal volto giovane.
  3. L'annullamento mediatico dell'avversario politico, eliminando qualunque riferimento positivo a lui, o "ricalcando" in negativo la sua presenza attraverso il totale e unidirezionale utilizzo dell'informazione televisiva, radiofonica e stampata: i due "vecchi nemici", con il paravento del Nazareno, hanno smesso di guerreggiare ed hanno diretto tutti i loro media contro l'unico avversario, il Movimento Cinque Stelle.

Il prossimo passo è già davanti ai nostri occhi: il ripristino di un nuovo finto "dualismo" rivisitato (l'ultimo elemento che mancava al completamento del quadro, un "Renzi di destra", è stato individuato in Salvini).

La mia speranza, ancora fortissima, è che ci siano ancora strada e margine per il MoVimento Cinque Stelle e più in generale per un grande "Terzo incomodo", che possa sparigliare di nuovo le carte. E ho una convinzione: bisogna insistere, insistere ancora di più, fare blocco popolare e cambiare qualcosa nella comunicazione a tutti i livelli, dalla piazza alle aule istituzionali. Sicuramente il Movimento Cinque Stelle deve studiare forme di comunicazione più forti, sia in Parlamento che nelle piazze, sia nel coordinamento dei gruppi locali che nella partecipazione in Rete attraverso il ricorso a strumenti più ricorsivi di democrazia diretta. Non va esclusa nemmeno qualche partecipazione in più (selettiva) a qualche trasmissione televisiva, come peraltro accade già in forma minore.

Certa è una cosa, viste le tendenze: la domanda di “società” e di giustizia sociale supera di gran lunga la fiducia nei partiti, e questo bacino rappresenta ancora un universo di potenzialità per il Movimento Civico fondato da Beppe Grillo.

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