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Il ministro Orlando chiede (di nuovo) di abolire il reato di clandestinità

Durante la relazione sullo stato della Giustizia italiana al Senato, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha spiegato che nel corso degli ultimi tre anni il numero dei processi pendenti, sia civili che penali, è calato sensibilmente, avvicinandosi sensibilmente alla media europea. Per quanto riguarda il terrorismo internazionale, il Guardasigilli si è detto convinto della necessità di aumentare la cooperazione con l’Europa e di abolire il reato di clandestinità.
A cura di Charlotte Matteini
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Camera - Comunicazioni del ministro Orlando

La giustizia italiana sembra essere in via di miglioramento. Stando ai dati, riferiti stamane in Senato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, l'Italia si starebbe avvicinando sempre più alla media europea, evidenziando soprattutto un calo dei processi pendenti sia in sede civile che in sede penale. "I dati mostrano un progresso del sistema giudiziario italiano con numeri sensibilmente avvicinatisi alla media europea. Un’inversione di tendenza evidenziata anche nei rapporti internazionali", ha spiegato Orlando, sostenendo inoltre che dal mese di giugno 2013 al 30 giugno 2016 il numero di cause civili pendenti è sceso di circa 1.400.000 unità. "Nel mese di giugno 2013 erano circa 5.200.000 le cause civili pendenti. Al 30 giugno 2016, il totale, al netto dell’attività del giudice tutelare, è sceso a circa 3.800.000. Rimane stabile la pendenza degli affari civili presso i tribunali per i minorenni, mentre tutti gli altri uffici mostrano un decremento di circa il 5%, con la sola eccezione della Corte di Cassazione, che vede la sua pendenza crescere nell'ultimo anno del 3,2%. Sul versante penale, il numero complessivo di procedimenti pendenti presso gli Uffici giudiziari è calato nel 2016 del 7%, attestandosi a 3.229.284 procedimenti".

Capitolo carceri: il ministro della Giustizia ha rilevato che al 31 dicembre 2016 la popolazione carceraria italiana è composta da 54.653 unità "ancora superiore complessivamente alla capacità regolamentare degli istituti penitenziari, peraltro accresciuta in questi anni di circa 4.000 unità", evidenziando però che nel corso degli ultimi 3 anni il numero di detenuti sarebbe diminuito di circa 10.000 unità rispetto al passato.

Sul versante del tanto dibattuto reato di clandestinità e della riforma della legislazione in materia di immigrazione e diritto d'asilo, il ministro Orlando ha spiegato che "è nostro dovere salvaguardare le garanzie fondamentali" e ribadito che "la nuova normativa può essere l’occasione per superare il reato di immigrazione clandestina" attualmente presente nel nostro ordinamento. Per quanto riguarda l'istituzione di sezioni del tribunale specializzate e della revisione del sistema di impugnazione dei ricorsi contro le domande respinte, Orlando ha sottolineato che"la soluzione proposta è conforme al ‘modello internazionale' di giusto processo ed è pienamente in linea con i principi espressi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo". Dall'altro lato, però, secondo Orlando esiste la necessità di aumentare la cooperazione tra Stati e istituire una sorta di Procura europea "con un livello alto di efficienza che possa avere in prospettiva competenza anche in materia di terrorismo e criminalità organizzata".

Per quanto riguarda le risorse economiche destinate al comparto giustizia, Orlando ha specificato che "quelle aggiuntive recuperate in questi anni sono oltre un miliardo e 700 milioni, destinate al rafforzamento di interventi strutturali per l’organizzazione degli uffici giudiziari. Nuove risorse sono inoltre contenute nella legge di bilancio 2017", sottolineando però la necessità di operare un "rafforzamento organizzativo" di tutto il settore, nonostante negli ultimi anni sia stato fatto già molto rispetto al passato: "Sulle carenze di personale amministrativo, sulle scoperture degli organici magistratuali, sulla necessità di innalzare il livello dell’infrastrutturazione tecnologica, sulla sicurezza dei luoghi dove si amministra giustizia posso affermare che le risposte date in questi anni sono state di gran lunga più ampie e più efficaci di quanto si sia fatto nei decenni passati".

In conclusione, il ministro della Giustizia ha anche sottolineato la necessità di provvedere a introdurre una legge che vada a normare la diffusione delle intercettazioni telefoniche prive di rilevanza penale. Per quanto il fenomeno sembra stia diminuendo in maniera naturale "non per questo ritengo che non sia necessario un intervento normativo, secondo le linee della delega che il Parlamento è chiamato ad approvare nell’ambito della riforma penale", ha spiegato Orlando. Riguardo il tema della prescrizione, anch'esso molto dibattuto, il Guardasigilli ha spiegato che nel ddl per la riforma del processo penale in attesa di approvazione parlamentare e caldamente sostenuto dal ministro che ne chiede l'approvazione in tempi brevi, e relativo omologo civile, sono contenute norme sulla prescrizione abbastanza equilibrate e che potrebbero riformare in meglio la giustizia italiana: "Siamo pervenuti a un punto di equilibrio tra l'esigenza di assicurare alla giurisdizione tempi congrui a svolgere l'attività di accertamento dei fatti di reato e quella di garantire la ragionevole durata del processo, conservando alla prescrizione la sua funzione di stimolo a definire i processi in tempi non troppo estesi", ha dichiarato il ministro.

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