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Il marito è troppo mammone, la Cassazione annulla il matrimonio

La Suprema Corte ha confermato l’annullamento delle nozze di una coppia di Mantova: il marito, infatti, aveva un rapporto con la madre di tipo “patologico”.
A cura di Davide Falcioni
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La Corte di Cassazione ha confermato la nullità delle nozze di una coppia di Mantova. I due si erano sposati nel 2007 ma già nel 2010 il Tribunale Ecclesiastico era arrivato alla conclusione che il marito avesse un rapporto con la madre troppo "stretto", ai limiti della morbosità. Una vera e propria "patologia produttiva dell' incapacità ad assumere l'obbligo di quella minima integrazione psico-sessuale che il matrimonio richiede con la conseguenza di un comportamento anaffettivo e indifferente nei confronti della moglie". Insomma, un autentico mammone.

Eppure la moglie aveva protestato fin da subito contro la decisione del Tribunale Ecclesiastico, ritenendo che l'unica ad aver subito gli effetti negativi di quel matrimonio era stata lei. L'uomo, infatti, avrebbe sempre saputo della natura "morbosa" del suo rapporto con la madre, ma non ne aveva mai messo al corrente la futura sposa. Il matrimonio, dunque, doveva essere perfettamente valido e la donna avrebbe dovuto avviare una pratica di separazione che le avrebbe dato il diritto a un assegno di mantenimento o la possibilità di chiedere il risarcimento dei danni preclusale dall'annullamento.

La Corte di Cassazione ha tuttavia dato torto alla moglie, spiegando che "in un caso come quello in esame in cui l'altro coniuge ha determinato con la sua incapacità derivante da una patologia psichica, la invalidità del matrimonio concordatario si pone, sia pure ex post, una questione di effettività evalidità del consenso che prevale sulla tutela dell'affidamento riposto dal coniuge inconsapevole al momento della celebrazione del matrimonio". Secondo i giudici "non esistono ostacoli" al riconoscimento dell'efficacia della sentenza di nullità di queste nozze emessa dal Tribunale ecclesiastico regionale lombardo.

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