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Il greco è l’amico che ti dice: “Stai sbagliando”. Ascolterai o lo manderai a quel paese?

Tu e il tuo amico siete come l’Europa (le banche e la Germania) e la Grecia di oggi. E ricorda questa frase: «Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia».
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«Ho insegnato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è la politica. Sortirne da soli è l'avarizia».
Lettera a una Professoressa, Lorenzo Milani e i ragazzi di Barbiana – 1976

Fai conto che hai un amico di vecchia data. È amico, c'è sempre stato nel gruppo, lo conosci, sai praticamente tutto di lui. Non sei proprio il suo migliore amico, lui non è proprio il tuo migliore amico. Ma è un amico. Ad un certo punto in una data situazione, su una particolare vicenda, lui si gira e ti dice: «Guarda, stavolta penso proprio tu stia sbagliando».

La tua prima reazione è la sorpresa: «Cioè, in cosa sbaglio?».
La seconda reazione è: «No aspetta… non è come credi».
La terza è: «Ma chi t'ha chiesto niente, ma vaffanculo!».

Tu sei tu.
Il tuo amico è la Grecia
.

La culla della Democrazia, quella dei libri, del discorso di Pericle agli Ateniesi, sta dicendo a modo suo – e non avendo ragione su tutta la linea al cento per cento, secondo me – che c'è qualcosa che non va. Abbiamo motivo di offenderci se ce lo fanno notare? Il debitore non ha ragioni finquando non estingue il suo debito, sono d'accordo. Ma un sistema che divide in due il mondo, tra ‘produttivo-locomotore' e ‘esotico-palla al piede' è o non è iniquo e fautore di paurose disparità sociali? Ce lo diciamo tutti i giorni, al bar come all'università, a scuola come in tv. E quindi?

Ma torniamo a te e al tuo amico.
Lui è più grande di te. È più saggio. Vi conoscete da ragazzini, avete fatto gli studi insieme e poi ognuno per la sua strada. Sai che magari avrebbe potuto che so, avere più successo negli affari. Ma ha voluto vivere a modo suo. Non condividi, ma non lo biasimi. Lo rispetti. Sai che il suo giudizio per te non è vincolante, non è del resto nemmeno perentorio. Potresti fare a meno della sua opinione. Ma gliel'hai chiesta, perché lo stimi. Ora di certo non ti sbatterai a cambiare le cose solo per farti dire da lui, la prossima volta: "Ora hai ragione".
Ma ora te lo chiedi, sì te lo chiedi, dove hai sbagliato e perché. E ti chiedi perché fino a ora non ti aveva detto nulla.

Oggi che leggi i risultati del referendum in Grecia sai che non poteva andare diversamente. Che uno scossone era necessario ed era necessario che arrivasse da un Paese relativamente influente per il suo peso economico, ma pesantissimo per la sua storia.  Che qualcuno parlasse di dignità dei popoli e non solo di economie.

Quando mi è capitata questa situazione l'amico l'ho ascoltato. Poi ho fatto a modo mio, ma non senza tener conto di quel pensiero diverso, di quel dissenso.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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