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Il governo scioglie il comune di Lavagna per infiltrazioni mafiose

Il consiglio dei ministri ha approvato lo scioglimento del comune in provincia di Genova, proposto dal titolare del Viminale Marco Minniti.
A cura di Charlotte Matteini
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antimafia calabria

Il Consiglio dei ministri, su proposta del titolare del Viminale Marco Minniti, ha approvato lo scioglimento del comune di Lavagna, in provincia di Genova, per infiltrazioni mafiose. La decisione, come spiega il quotidiano Secolo XIX, è stata presa in seguito alle risultanze di un'inchiesta condotta dalla procura, che ha ravvisato infiltrazioni della ‘ndrangheta nell'amministrazione comunale guidata da Giuseppe Sanguineti, ex sindaco finito ai domiciliari e successivamente liberato. Il Partito Democratico, commentando la decisione del cdm, ha dichiarato di voler approfondire la vicenda e sottolineato che nell'inchiesta furono coinvolti "pesantemente e penalmente politici di area di centrodestra, ai margini era emerso che all’epoca delle primarie contro Sergio Cofferati, Raffaella Paita, attuale capogruppo Pd in Regione, aveva chiesto un sostegno proprio a politici poi arrestati anche se ovviamente era all’oscuro dei loro rapporti con personaggi legati a organizzazioni mafiose".

Le indagini, condotta dalla magistratura antimafia di Genova, portarono "all'arresto di otto persone tra cui il sindaco Giuseppe Sanguineti e l'ex parlamentare Gabriella Mondello. La scorsa settimana l'indagine ha avuto un seguito che ha portato ad altri arresti e ha svelato gli interessi della ‘ndrangheta sul territorio comunale. Due ordini di custodia hanno raggiunto i fratelli Francesco Antonio e Antonio Rodà, già in carcere, e sono finiti in manette Paolo Paltrinieri e Alfred Remilli", riporta Ansa.

Alcuni esponenti del Pd locale hanno diramato una nota spiegando che "è la prima volta che succede nel Levante ligure e si tratta di una decisione di portata storica. A giugno dell’anno scorso dall’inchiesta ‘Conti di Lavagna' che aveva portato al coinvolgimento del Sindaco e della sua maggioranza (e successivamente alle loro dimissioni) erano emersi indizi su potenziali rapporti tra politica e criminalità organizzata con scambi, condizionamenti delle elezioni comunali, favori e interessi illeciti. La decisione presa oggi dal Consiglio dei Ministri conferma che bisogna approfondire ulteriormente ciò che è accaduto a Lavagna e che non ci sono ancora le condizioni per svolgere regolari elezioni. Segno che il condizionamento e la presenza della criminalità organizzata in questo territorio sono ancora forti e radicati. Occorre quindi attivare le migliori energie di Lavagna e del Tigullio, per rafforzare e sostenere la legalità nel tessuto economico e sociale del nostro territorio. Un territorio in parte ancora sano, fortunatamente, ma di certo non immune. Ora si apre una fase complessa per il Comune di Lavagna, che non può essere affrontata come un lungo ed estenuante periodo di campagna elettorale. Ci sono problematiche che richiederanno di essere affrontate dalla Commissione, che sarà chiamata a guidare il Comune nei prossimi mesi e che dovrà poter contare sull’interlocuzione proficua con la cittadinanza e tutte le forze presenti in città. Questo lavoro che dovrà coinvolgere tutti, vedrà il Pd in prima fila, sin da subito".

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