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Il governo ridimensiona l’Anac di Raffaele Cantone: meno poteri per combattere la corruzione

Il comma 2 dell’articolo 211 del nuovo codice degli appalti, ovvero la norma che istituì l’aumento dei poteri dell’autorità anticorruzione, è stato abrogato dal Consiglio dei Ministri.
A cura di Charlotte Matteini
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Sull'onda emotiva scaturita dalla scoperta degli scandali di Mafia Capitale e quelli sugli appalti Expo, nel 2016 venne approvato mediante legge delega il nuovo codice degli appalti che, tra le varie norme introdotte, prevedeva un aumento dei poteri dell'Anac, l'ente anticorruzione guidato da Raffaele Cantone. A distanza di un anno, però, questi poteri sono stati ridimensionati e il comma 2 dell'art. 211, ovvero la norma che istituiva quei poteri, è stato abrogato dal Consiglio dei Ministri. In pratica, l'Anac non potrà più intervenire in casi di gravi irregolarità senza aspettare l’azione di un giudice. Secondo quanto appreso dall’Huffington Post, Raffaele Cantone sarebbe rimasto stupito dalla notizia. "Mi auguro sia un mero errore materiale da parte degli uffici di Palazzo Chigi. Quel comma va reintrodotto, è uno dei punti qualificanti del codice appalti per prevenire possibili casi di corruzione", ha dichiarato il senatore del Pd Stefano Esposito.

Ad annunciare la notizia è stata la deputata del Movimento 5 Stelle Roberta Lombardi, che sul suo profilo Facebook ha scritto: "Il comma 2 è abrogato. Molte volte i cittadini mi chiedono dove inizia la corruzione. Ecco, inizia da lì: da una semplice ed innocua frase come quella messa sopra tra virgolette. Quella frase banale è l’esempio reale di dove comincia la corruzione. Facciamo un passo indietro. Un anno fa, dopo gli scandali di Expo e Mafia Capitale, veniva approvato il nuovo codice degli appalti, una legge delega che dava un importante ruolo all'Anac di Raffaele Cantone. Di intervento e prevenzione. Il passaggio del nuovo codice che attribuiva più poteri è proprio il comma 2 dell'articolo 211. Nella legge c’era un passaggio importante che permetteva all’Anac di essere vincolante, anche nelle sanzioni comminate, se ravvisava gravi illeciti".

"L’Anac ha la capacità di muoversi molto più velocemente della magistratura ordinaria e quindi poteva essere un forte deterrente contro la corruzione negli appalti. Un anno dopo la legge deve fare un tagliando, ovvero in gergo politico e tecnico, si vede cosa funziona e cosa no e si aggiustano le varie parti. Una mano, a questo punto furba e criminale, cambia il testo della legge e scrive: il comma 2 è abrogato. Con un colpo di spugna l’Anac ha perso i suoi poteri. La legge è passata per il Consiglio dei Ministri che o non ha capito nulla e quindi firma segna leggere le carte oppure è complice, e infine la legge è stata firmata dal Presidente della Repubblica. Chi ha materialmente scritto quella riga di legge è sconosciuto al momento, una cosa meravigliosa l’Italia dove non si sa neanche chi scrive o riscrive le leggi. Ma rimane la domanda: chi vuole depotenziare l’Anac? Che poi significa: chi vuole proteggere la corruzione in Italia a discapito dei cittadini onesti? Nel frattempo crollano ponti e cavalcavia. E tra le macerie quelle più evidenti sono quelle della dignità della politica", ha concluso la deputata.

"Nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri dell'Anac. Il Presidente Gentiloni in missione a Washington, è stato in contatto con Cantone. Sul punto sarà posto rimedio già in sede di conversione del DEC e in maniera inequivocabile", hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha commentato la vicenda manifestando le sue perplessità: "Dobbiamo verificare, perché se le norme producono questi effetti, il Cdm deve fare una riflessione".

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