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Il giornalista minacciato dalla mafia per aver svelato i clan nella terra di Montalbano

Paolo Borrometi è un giornalista d’inchiesta che è dovuto scappare dalla Sicilia per le minacce e le aggressioni. Nonostante le intimidazioni continuino a perseguitarlo anche a Roma lui però non molla.
A cura di Antonio Palma
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Prima intimidito, poi aggredito e picchiato ed infine perseguitato e minacciato di morte solo perché ha osato raccontare gli affari dei clan mafiosi della terra del commissario Montalbano. Lui è il 32enne Paolo Borrometi, avvocato, scrittore e soprattutto giornalista che attraverso il sito «laspia.it» ha raccontato le sue inchieste sulle infiltrazioni mafiose nell'area di Scicli, in provincia di Ragusa, in Sicilia. "Non mi occupavo di mafia. Inizio a seguire il caso di Ivano Inglese che stavano per archiviare. Lancio un appello in tv a parlare. Qualcosa si muove" racconta lui stesso al Corriere della Sera. Anche grazie ai suoi pezzi, scritti in solitudine sul sito, sono partite le inchieste della magistratura che hanno portato poi il comune a essere sciolto per infiltrazioni mafiose e il sindaco della città al rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa. Successi che però attirano l'attenzione dei clan.

L'episodio più grave nell'aprile del 2014. "Ero in campagna. Il mio cane era molto irrequieto. Penso sia per la mancata passeggiata. Mi sento afferrare da dietro il braccio destro. Saltano i tendini. Le ossa. Cado a terra. Due uomini incappucciati mi prendono a calci gridando: ‘U capisti che t’hai a fare i fatti tuoi?'" racconta Borrometi, che nell'episodio riporta numerose ferite e fratture. Lui però non molla e continua a raccontare fino al nuovo episodio. "Ero tornato a vivere dai miei. Un bastardo, di notte, da fuoco alla porta di casa" racconta il giornalista.

Per questo ora vive sotto tutela e le autorità hanno deciso di trasferirlo a Roma. Anche nella Capitale però le minacce proseguono "con una violenza ed una intensità preoccupanti" come ha confermato nei giorni scorsi anche il Presidente del Senato, Piero Grasso, nell'esprimere vicinanza e solidarietà al giornalista dopo l'ennesimo episodio. "La prima cosa che pensi è: Oddio che ho fatto?" racconta Borrometi, aggiungendo: "Poi una rabbia assurda per quei gesti vili. Ma la cosa che più ti fa gelare il sangue è chi ti dice: “Chi te lo fa fare?". Lui però non smetterà di fare il suo lavoro: "La paura c’è. Sono un ex balbuziente. Dall’altra sera sono tornato un po’ a balbettare. Ma sogno un mattino di svegliarmi e dire: visto che valeva la pena".

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