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Il Giappone riprenderà la caccia alle balene “per scopi scientifici”

Il Giappone ha annunciato che fino a marzo 2016 riprenderà la caccia alle balene nell’Antartico per scopi scientifici”. Un anno fa la Corte internazionale di giustizia dell’Aja aveva bloccato l’attività, sostenendo che la dicitura fosse solo un modo per aggirare la moratoria internazionale.
A cura di C. T.
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Il Giappone ha annunciato che fino a marzo 2016 riprenderà la caccia alle balene nell'Antartico. Il governo di Tokyo ha dichiarato che l'attività sarà intrapresa "per scopi scientifici".

La flotta di balenieri sarebbe già pronta a partire nel giro di qualche settimana, entro dicembre. L'agenzia della pesca nipponica ha dichiarato alla Commissione internazionale sulla caccia alle balene che riprenderà la ricerca nell'Antartico in misura minore, con una quota annuale ridotta di 333 balene, circa un terzo rispetto al passato. La Commissione, però, già a giugno aveva precisato che il Giappone non aveva spiegato in maniera dettagliata la necessità scientifica di cacciare 4.000 balene nei prossimi 12 anni.

Contro la decisione di Tokyo si sono già schierate l'Australia e la Gran Bretagna. "Non accettiamo in nessun modo il concetto di uccidere balene per la cosiddetta ‘ricerca scientifica'. Il Giappone non può decidere unilateralmente", ha detto il ministro dell'Ambiente australiano Greg Hunt.

La Corte internazionale di Giustizia dell'Aja – su ricorso anche dell'Australia – nel 2014 aveva bloccato l'attività di cacca alle balene da parte del Giappone. I giudici avevano dimostrato che il termine "caccia scientifica" usato dal governo nipponico era solo un modo per aggirare la moratoria della Commissione Baleniera Internazionale (IWC) in vigore dal 1986. La pratica della "caccia per motivi scientifici", tra l'altro, era stata iniziata dal Giappone un anno dopo l'entrata in vigore della moratoria, nel 1987. Dalla Corte dell'Aja arrivò quindi il divieto di continuare la caccia, che, in effetti, si è fermata per un anno. La decisione era stata accompagnata dalle proteste delle Ong ambientaliste, che da tempo chiedevano al governo di Tokyo un passo indietro su questa pratica. Il Giappone, però, non ha mai dato peso alle critiche provenienti da più parti e, dopo un anno di pausa, ha deciso di riprendere l'attività. Quello che il governo nipponico sostiene è che la popolazione delle balene sia sufficiente. Per questo non ha mai fatto mistero dell'aspetto commerciale della carne del mammifero.

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