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Il fronte del No fa ricorso contro il referendum: “Il quesito sulla scheda è una truffa”

Comitato per il No, M5s e Sel ricorrono al Tar contro il quesito inserito sulla scheda elettorale per il referendum. Replica dal Pd: “State sfiorando il ridicolo”.
A cura di Redazione
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Gli avvocati Enzo Palumbo e Giuseppe Bozzi, in qualità di esponenti del Comitato Liberali per il No e del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, assieme ai senatori Vito Crimi, per il MoVimento 5 Stelle, e Loredana de Petris, per Sinistra Ecologia e Libertà, hanno presentato al Tribunale amministrativo regionale il ricorso contro il quesito stampato sulla scheda elettorale per l’imminente referendum sulla riforma della Costituzione.

Il 4 dicembre, infatti, gli italiani troveranno sulla scheda per il referendum confermativo sulla riforma Renzi – Boschi il seguente quesito:

“Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”

Per gli avvocati Bozzi e Palumbo si tratta di “una sorta di spot pubblicitario, tanto suggestivo quanto incompleto e fuorviante”, che viola “quanto stabilito dall'art. 16 della legge 352-1970, secondo cui, quando si tratti di revisione della Costituzione, il quesito referendario deve recare la specifica indicazione "degli articoli" revisionati e di ciò che essi "concernono””. L’errore sarebbe stato del Quirinale, che ha avallato quanto proposto dal Governo, con un quesito che “oltre a non specificare quali siano gli articoli della Costituzione interessati dalla riforma, alcuni dei quali ben più importanti di quelli citati (come la nuove modalità di elezione del Presidente della Repubblica e dei Giudici costituzionali di derivazione parlamentare), si limita invece a riprodurre il titolo del ddl di revisione, che, assieme al corretto ma insufficiente riferimento ad alcuni istituti incisi dalla revisione, riporta impropriamente anche una presunta finalità della legge (il c. d. contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni), che non trova specifico riferimento in alcuna delle norme revisionate, potendone semmai essere una conseguenza, neppure certa e comunque irrisoria”.

Per il MoVimento 5 Stelle, inoltre, si tratta di “un testo truffa, propaganda ingannevole, l’ennesima trovata di Renzi per prendere in giro gli italiani […] Il testo non indica che, con la vittoria del SÌ, l’elezione dei senatori verrà effettuata ad opera dei segretari dei partiti anziché dei cittadini. Il testo non dice che sarà concessa l’immunità a consiglieri regionali e sindaci. Il testo non dice che sindaci e consiglieri regionali faranno un doppio lavoro e verranno a Roma a spese dei cittadini. Il testo non dice che saranno mantenuti tutti i costi fissi del Senato”.

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