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Il figlio è sempre dalla fidanzatina 13enne. La madre denuncia i genitori di lei

I genitori di una ragazzina di Conegliano Veneto sono finiti a processo per sottrazione consensuale di minorenni. La madre del fidanzato: “Gli firmavano pure le giustificazioni”. Gli accusati si difendono: “Volevamo solo stargli vicino e seguire le sue attività allo scopo di aiutarlo”.
A cura di Biagio Chiariello
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Una storia d’amore tra due fidanzati minorenni di Coneglaino Veneto finisce nelle aule di un Tribunale. I fidanzati di lui sono infatti stati denunciati dalla madre della ragazzina e andranno a processo con l’accusa di sottrazione consensuale di minorenni. Come riporta La Tribuna Di Treviso, i fatti contestati risalgono al luglio 2014, quando il ragazzino inizia a frequentare la figlia, all’epoca 13enne, della coppia ora sotto processo. Il rapporto tra i genitori e il quindicenne diventa sempre più stretto, tanto che iniziano a firmare anche le giustificazioni scolastiche al giovane. In una occasione invece il ragazzino non da’ notizia di sé nel corso di un weekend. La madre, spaventata, si rivolge ai genitori della fidanzatina per capire se era da loro. Gli adulti però le rispondono di no, ma la donna si accorge che il cellulare del figlio agganciava proprio la cella in cui c’era la casa della fidanzatina. Un fatto che dimostrava come i genitori le avessero mentito. Ed è da qui che parte la denuncia.

La storia finisce sul tavolo del sostituto procuratore Barbara Sabattini che chiede e ottiene il rinvio a giudizio per la coppia.  I due, difesi dall’avvocato Stefano Bof, respingono le accuse, affermando di essersi solamente affezionati al ragazzo della figlia e di volerlo trattare come uno di casa: “Seguivano semplicemente le sue attività anche nel suo interesse. Nel corso del processo verrà dimostrata la loro estraneità ai fatti contestati” spiega il legale. “La coppia ha posto in essere una serie di comportamenti con l’obiettivo di sostituirsi alla madre”, ha spiegato invece, da parte sua, l’avvocato Claudia Brugioni, che segue la madre della ragazza. Il reato di sottrazione consensuale di minorenni viene contestato a “chiunque sottrae un minore, che abbia compiuto gli anni quattordici, col consenso di esso, al genitore esercente la responsabilità genitoriale o al tutore, ovvero lo ritiene contro la volontà del medesimo genitore o tutore”. Il reato è procedibile solamente su querela di parte ed è prevista la reclusione fino a due anni.

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