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Il dramma del popolo siriano: migliaia di persone in fuga verso la Turchia

Con l’inasprirsi della repressione da parte del regime siriano, che nelle ultime settimane ha causato la morte di centinaia di ribelli, migliaia di persone stanno scappando verso la Turchia in una fuga che presto potrebbe trasformarsi in una grave emergenza umanitaria.
A cura di Cristian Basile
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profughi siria

Non sembra esserci una soluzione alla sanguinosa guerra civile che da settimane ormai sta sconvolgendo la Siria. Aumentano le vittime, aumentano le azioni di repressione dell'esercito siriano, aumenta l'ostinazione del dittatore Bachar el Assad di non lasciare il potere a nessun costo, aumenta la paura della popolazione e in migliaia cercano rifugio nella vicina Turchia.

Il numero di rifugiati che entrano in Turchia cresce dopo ogni azione dell'esercito siriano fedele ad Assad. Fermi in accampamenti improvvisati lungo le montagne che separano la Siria e la Turchia, quasi 10.000 rifugiati aspettano notizie sui combattimenti per decidere se sconfinare. Secondo gli attivisti fuggiti, 7.000 siriani si troverebbero già in territorio turco: il numero non è facilmente verificabile anche per l'ostilità delle autorità locali che non vogliono diffondere infomrazioni a riguardo, di sicuro però gli ultimi attacchi dell'Esercito siriano a Jisr al Shunghur ed i conseguenti arresti tra la popolazione hanno accellerato l'esodo verso la provincia turca di Hatay.

Hatay è l'unica provincia araba della Turchia e apparteneva proprio alla Siria fino al 1935 per cui molti dei suoi abitanti sono di origine siriana. Qui è ancora forte il peso di Assad e nelle strada della capitale Antakya non è difficile imbattersi in automobili con gli adesivi del dittatore siriano incollati in bella vista sul parabrezza. Qui a differenza dei villaggi di confine, più della metà della popolazione è alawira e non simpatizzano con i sunniti siriani, protagonisti della rivolta contro il regime, sostenuto dalla minoranza sciita-alawita e dalla minoranza cristiana.

Siria

Anche per questa ostilità nei confronti dei rifugiati ieri l'attività in due dei tre campi profughi della provincia, era frenetica: ambulanze e camion entravano ed uscivano dai campi nei la quale la Mezza Luna Rossa (la Croce Rossa araba) oltre ad assicurare l'assistenza sanitaria si occupa dei pasti, delle classi per i bambini e dei servizi igienici. Le Per i rifugiati è assolutamente vietato uscire dai campi e perfino usare i cellulari, inoltre i beni di prima necessità e le tende iniziano a scarseggiare. Il governo turco intanto cerca di trattare con Assad scongiurando una terribile crisi umanitaria come quella del 1991 quando 500.000 curdi iracheni fugginrono nel territorio turco.

Per questo motivo le autorità turche evitano di parlare di rifugiati o di richieste di asilo, che potrebbero costingere Ankara a diversi obblighi nei confronti dei siriani, ma, secondo la stampa turca, l'esercito sta studiando la creazione di zone cuscinetto in territorio siriano per evitare che i profughi entrino in Turchia. Oggi, intanto, come riferisce l'agenzia Anatolia, il Premier turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato al presidente siriano Bachar el Assad per esortarlo a metter fine alle violenze e a rilanciare le riforme necessarie per il Paese.

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