Papà e allenatore, porta il figlio down in panchina. Ma l’arbitro lo caccia

"Chi mi conosce sa che non amo scrivere e alle parole preferisco la palestra e la piscina, ma quello che mi è successo sabato sera è una cosa talmente vergognosa che merita di essere condivisa". Inizia così un post su facebook scritto da Andrea Bartolini, allenatore della squadra di pallavolo di Orbetello ma anche padre di Matteo, un ragazzo affetto da sindrome di Down che lo accompagna sulla panchina in tutte le partite, facendo il tifo per i giocatori ma anche impartendo utili consigli. Con il passare del tempo il giovane è diventato una sorta di "mascotte" per la squadra toscana, ma quello che gli è capitato sabato scorso a Firenze ha lasciato in molti a bocca aperta.

"Alleno squadre di pallavolo – scrive mister Bartolini – da trent’anni e da almeno quattro condivido la panchina con una persona speciale, mio figlio Matteo, il quale si ritiene il vero allenatore della squadra. Per farlo andare in panchina abbiamo chiesto alla federazione una deroga, ci è stato detto di tesserarlo come dirigente (cosa che abbiamo regolarmente fatto) e con questo tesseramento gli arbitri sicuramente non avrebbero fatto nessuna obiezione. Sabato, invece due personaggi hanno deciso che in panchina non poteva starci ed è stato fatto accomodare dietro la stessa insieme al medico e al personale addetto al pronto soccorso. Non vi potete immaginare lo stupore di Matteo che comunque da buon atleta ha accettato questa decisione a dir poco vergognosa. Alla fine della partita da noi persa meritatamente per 3 a 0 mi sono permesso di dire agli arbitri che sicuramente alcune loro decisioni in momenti importanti non sono state a noi favorevoli, ma che quello che hanno fatto nei confronti di Matteo meritava di essere raccontato a qualche giornale".

Il desiderio dell'allenatore di far partecipare suo figlio alla "panchina" è stata persino sanzionata con una giornata di squalifica.