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Il Consiglio di sicurezza Onu dice sì a nuove sanzioni per chi fa affari con l’Isis

Approvata la risoluzione preparata da Usa e Russia per interrompere il flusso di denaro verso lo Stato Islamico.
A cura di Antonio Palma
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Sì unanime del Consiglio di sicurezza dell'Onu a nuove sanzioni per chi fa affari con l’Isis. Il Consiglio delle Nazioni Unite infatti oggi ha approvato con tutti voti favorevoli una risoluzione preparata nei giorni scorsi per rafforzare le misure volte a tagliare i flussi di finanziamento dei jihadisti del sedicente Stato Islamico. Si è trattato di una votazione senza precedenti nella storia dell'Onu e non per il voto unanime sulla proposta ma perché al tavolo, per la prima volta nella storia, i membri del Consiglio Onu sono stati rappresentati dai loro ministri delle Finanze. La risoluzione 2253 è frutto di un lavoro congiunto di Stati Uniti Usa e Russia i cui rappresentarti diplomatici nelle settimane scorse hanno lavorato a lungo per arrivare ad un testo il più largamente condiviso. La risoluzione, sponsorizzata tra gli altri anche dall'Italia, infatti ha ottenuto l'appoggio di tutti i membri.

La risoluzione Onu prevede sanzioni e atti specifici per fermare l'afflusso di denaro nelle casse dell'Isis che in gran parte deriva dalla vendita di petrolio estratto nei territori che controlla in Siria e in Iraq, il vero problema più volte ribadito dai leader mondiali. La sanzioni vanno dal congelamento di beni al divieti di ingresso nei Paesi, all'embargo. Il provvedimento infatti mira non solo a colpire gruppi ed entità ma anche singoli individui. La risoluzione, basata su quella approvata contro al Qaida, incoraggia tutti i Paesi a individuare e fornire i nomi da includere nella lista dei soggetti da sottoporre a sanzioni e a condividere le informazioni sui gruppi estremistici.

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