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“Risparmiatemi la vita”. Il boia dice “no”. E il condannato trema prima di morire

Eseguita questa notte l’iniezione letale per Kenneth Williams detenuto afroamericano trentottenne nel braccio della morte in Arkansas. L’uomo, condannato per aver ucciso 4 persone nel ’98, aveva presentato ricorso in extremis: nelle esecuzioni precedenti i detenuti avevano sofferto.
A cura di Biagio Chiariello
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“Chiedo umilmente il vostro perdono. Non sono la persona che ero”. Sono state le ultime parole di Kenneth Williams, 38 enne, in carcere dal 1998 per aver ucciso quattro persone, giustiziato nella notte in Arkansas, USA, con un’iniezione letale. Il boia nello Stato USA non si è fermato di fronte alla richiesta dell’uomo di risparmiagli la vita, citando una serie di problemi che si sarebbero verificati lunedì scorso nella doppia iniezione letale di due suoi compagni nel braccio della morte. Ed effettivamente qualcosa sarebbe andata storta anche nell’esecuzione di Williams: “Il detenuto ha tremato per circa 10 secondi prima di morire. E questo tre minuti dopo l’iniezione letale” ha ammesso il portavoce del carcere Cummins Union a Varner, quando erano passate le 23 in Arkansas (l'alba in Italia).

4 condanne a morte in 8 giorni in Arkansas

E così in Arkansas è stato completamente il programma di morte che prevedeva otto esecuzioni entro domenica. Un’accelerazione dovuta in parte al fatto che il 30 aprile si esauriscono le scorte del sedativo usato assieme ad altri due veleni per l’iniezione finale. In particolare è il Midazolam che ha lo scopo di anestetizzare i condannati a morte. Non è chiaro se il tremore di Williams sia dovuto a una scarsa efficacia del sedativo.

Il condannato vede la figlia: volo pagato da una delle sue vittime

Due giorni fa Williams aveva potuto rivedere dopo ben 17 anni sua figlia: a pagare il volo della 21enne è sta la famiglia di una delle sue vittime che aveva chiesto al governatore dell’Arkansas di risparmiare la vita all’uomo. Richiesta che Asa Hutchinson non ha potuto accogliere. "Apprezzo lo spirito sincero di perdono e compassione mostrato dai Greenwood – ha detto –  tuttavia, è mia responsabilità prendere in considerazione il caso nella sua interezza, compreso il punto di vista di tutte le vittime". Ieri  l'imputato ha rifiutato il suo diritto a scegliere un ultimo pasto e invece ha chiesto di ricevere la comunione.

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