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Il Comune di Venezia dice stop a nuovi hotel e B&B in centro storico

Le strutture ricettive nel centro di Venezia sono troppe: il Comune ha deciso di dire stop alle nuove aperture e di bloccare l’attuale automatismo per trasformare immobili in strutture alberghiere o per ampliare la superficie di quelle esistenti.
A cura di D. F.
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Stop all'apertura di nuovi hotel e bad e breakfast nel centro storico di Venezia perché le strutture ricettive sono ormai troppe. L'alt arriva dal Comune, la cui giunta ha approvato una proposta di delibera che blocca l'attuale automatismo per trasformare immobili in strutture alberghiere o per ampliare la superficie di quelle esistenti, demandando la valutazione e decisione caso per caso al Consiglio comunale. "Lo scenario è abbastanza pesante – ha dichiarato l'assessore all'urbanistica, Massimiliano De Martin – In centro storico, tra strutture ricettive di vari tipo, ci sono 47.229 posti letto per 25.400 camere". Nel 2016 Venezia ha raggiunto un record storico, con la sua popolazione che è scesa al di sotto dei 55mila residenti. Un abbandono progressivo della città che rappresenta una tendenza oramai consolidata: si stima che nel 2030 le calli della città lagunare saranno popolate solo di turisti.

"Da oggi – ha spiegato l'assessore – inizia un percorso per bloccare le attività ricettive turistico-alberghiere in centro storico, compresi i bed and breakfast, che dovranno soggiacere ad una politica qualitativa di ricezione dell'ospite. E' una delibera chiave per il nostro mandato – ha aggiunto – e ci pone non distanti dalle politiche Unesco, le cui relazioni non ci hanno influenzato, in quanto l'obiettivo faceva già parte del nostro programma". Dal provvedimento sono escluse le locazioni turistiche, per le quali verrà approntata una norma ad hoc, e le isole, compresi Tronchetto e Giudecca, dove le politiche comunali sono diverse.

La prossima settimana il Consiglio Comunale dovrà votare la delibera, la quale ovviamente non ha effetto retroattivo e prevede un iter transitorio per le istanze già depositate con tutti gli atti documentali e le pratiche in itinere. "Vogliamo mettere in atto – ha concluso De Martin – una politica che ha bisogno di nuova qualità. E non so quanti centri storici in Italia abbiano preso una decisione di questo tipo, fondata su punti di riferimento molto oggettivi e che si traduce in una forte tutela di salvaguardia".

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