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Il Comandante De Falco non riavrà il suo vecchio posto. Lo ha deciso il governo

L’uomo del “Torni a bordo, ca…” era a capo del settore operativo della Capitaneria di Livorno ed era stato recentemente destinato a capo dell’ufficio studi della direzione marittima della città toscana. Il deputato Gelli: “Dobbiamo dimostrare maggiore riconoscenza nei confronti di chi si distingue per il loro coraggio”.
A cura di Biagio Chiariello
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Il comandante Gregorio De Falco, noto per l’ormai celebre "Torni a bordo, ca…" intimato al comandante Francesco Schettino durante il naufragio della Concordia, non tornerà al suo vecchio di capo del settore operativo della Capitaneria di Livorno, dopo essere stato recentemente destinato a capo dell'ufficio studi della direzione marittima della città toscana.  E' la replica del governo all'interrogazione del deputato Pd Federico Gelli. Nella risposta si sottolinea anche che lo stesso De Falco, nel 2011, aveva indicato tra le sue aspirazioni anche l'attuale incarico, ma a Genova.  L’avvicendamento era avvenuto "per ordinarie e fisiologiche dinamiche di impiego del personale del Corpo" della Marina militare e non, come aveva detto lo stesso De Falco convocato in Senato per una "sostituzione con destituzione".  Nel documento si spiega come lo stesso comandante negli anni scorsi abbia inserito, tra le sue preferenze, l'incarico a cui oggi è stato assegnato: "Nel 2011, tra gli incarichi ai quali si indica di aspirare, il Comandante De Falco colloca anche quello di Capo ufficio studi di direzione marittima: proprio l'incarico di carattere amministrativo oggi assegnatogli, benché riferito, allora, alla sede di Genova”.

“La risposta è totalmente insufficiente – ha commentato il deputato Gelli, che aveva presentato l'interrogazione – Credo che in questi avvicendamenti non si poteva prescindere da ciò che il Comandante De Falco ha rappresentato quale simbolo dell’Italia migliore rispetto a chi si è dimostrato incapace di gestire la tragica vicenda della Costa Concordia. Destinare il Comandante ad un ruolo amministrativo – dice Gelli – è una scelta che non può essere giustificata con le “ordinarie e fisiologiche dinamiche di impiego del personale del Corpo”. Dobbiamo dimostrare maggiore riconoscenza e rispetto nei confronti dei servitori dello

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