Il cielo su Torino (e su altre città italiane) è drogato
L' aria che respiriamo è drogata. Non è un verso di una canzone, ma la pura verità che emerge da uno studio condotto dall’Istituto sull’inquinamento atmosferico del CNR e pubblicato nell'ultimo numero di Environmental Pollution, una rivista scientifica internazionale. Non solo smog e polveri sottili, dunque: nei nostri cieli ci sono anche sostanze psicotrope (cocaina, marijuana, hashish, caffeina e nicotina). La ricerca ha monitorato la presenza di queste droghe nei cieli sopra Palermo, Roma, Bologna, Firenze, Torino, Milano, Verona e Napoli, mettendola in relazione con i livelli di inquinamento e con le differenti condizioni atmosferiche.
Ecco quanto scrivono gli esperti del Centro Nazionale delle Ricerche:
Le misurazioni, effettuate tra maggio 2010 e maggio 2011 nell’ambito del progetto Ariadrugs, hanno registrato livelli compresi per la cocaina tra gli 0.02 e gli 0.26 ng/m3, tra gli 0.05 e gli 0.96 ng/m3 per i cannabinoidi, tra i 16 ed i 28 ng/m3 per la nicotina e tra 1 e 7 ng/m3 per la caffeina. Secondo la ricerca Torino e Palermo sono le città con i tassi rispettivamente più alti e più bassi di concentrazione delle sostanze nell’aria.
Torino quindi è la città italiana con la più alta concentrazione di droga. Va detto, naturalmente, che i quantitativi di sostanze psicotrope presenti sono molto bassi per poter influire sulla salute dell'uomo. Solo gli strumenti sono infatti in grado di rilevarle. Certo, però, permettono di farsi un'idea sull'uso e la tipologia delle sostanze consumate, che spesso corrispondono con i dati a disposizione delle forze dell'ordine. Interessante anche il dato sui consumi "stagionali": nicotina e cocaina sono stabili durante tutto l'anno, mentre caffeina e cannabinoidi mostrano un picco in inverno, diminuendo sensibilmente tra maggio e agosto.
Non è ancora stato definito se le diverse quantità siano da attribuire a un eccesso di consumo o se si tratti di una altra fonte di inquinamento.«Ci piacerebbe capire a cosa sia davvero attribuibile la presenza di queste sostanze nell'aria, se cioè si tratta di un eccesso di consumo, o se invece, siamo in presenza di una altra fonte di inquinamento» ha detto a Wired Angelo Cecinato, il responsabile del gruppo di ricercatori CNR.