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Il boia di Foley potrebbe essere un ex rapper britannico

Il governo britannico annuncia una serie di norme per il “fronte interno”: predicatori radicali sotto osservazione, ritiro del passaporto, divieto di adesione a movimenti “violenti”.
A cura di Danilo Massa
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Abdel Majed Abdel Bary.
Abdel Majed Abdel Bary.

Il cerchio si stringe intorno al boia di James Foley, il giornalista di Boston rapito in Siria e decapitato da un miliziano jihadista davanti ad una telecamera. Da subito gli esperti, considerato l'accento dell'assassino, avevano ipotizzato che il boia fosse un cittadino britannico. Un sospetto su cui è tornato il Sunday Times, che ha rivelato che "fonti di alto livello del governo" indicano in un ex rapper di 23 anni, Abdel Majed Abdel Bary, il probabile boia del freelance americano. Bary era partito per combattere in Siria nel 2013 e, secondo le fonti governative del periodico domenicale, è in cima alla lista dei sospettati stilata dal MI5 e del MI6, i servizi segreti d'Oltremanica. Oltre all'ex rapper, nell'occhio e nel mirino degli 007 si Sua Maestà vi sarebbero altri due cittadini inglesi, che secondo il Sun potrebbero aver accompagnato Bary sul fronte di guerra e nelle azioni terroristiche. Si tratterebbe di  Abu Hussein al-Britani di Birmingham e Abu Abdullah a Britani di Portsmouth, entrambi ventenni e membri de "I Leoni", il trio jihadista di cui Bary sarebbe appunto il leader.

La possibilità che la cittadinanza degli assassini sia inglese ha spinto il governo britannico a portare la politica estera in casa, facendola diventare di fatto "interna". Non a caso a parlare alla stampa e ad anticipare le prossime mosse dell'esecutivo di Cameron è Theresa May, responsabile dell'Home Office, il dipartimento che svolge le funzioni assegnate in Italia al Ministero dell'Interno. May ha dichiarato al Daily Telegraph che "dobbiamo fermarli. Dobbiamo impedire che continuino a partire da qui per combattere in Siria e Iraq. Dobbiamo usare tutti i mezzi che la legge ci consente".

Il fronte interno rappresenta per l'Inghilterra una linea di lotta al terrorismo che, spiega ancora il ministro, "continuerà per decenni". Si comincia dagli istituti già in uso Oltremanica, come la "prerogativa reale", ossia l'autorità assegnata all'esecutivo di ritirare il passaporto a tutti i soggetti ritenuti sospetti di partecipare ad attività terroristiche. Non solo, perché May ha anticipato al Daily Telegraph che il governo sta preparando "Aspo" (anti-social behaviour orders), una legge che permette di "catalogare", monitorare e limitare l'azione di predicatori radicali, le cui tesi, tuttavia, non determinano un reato.

Sarà illegale, inoltre, aderire a movimenti che sostengono ideologie violente, anche se non coinvolti in azioni terroristiche. "Siamo nel pieno di una battaglia generazionale contro un'ideologia estremista di morte", ha spiegato ancora il ministro, ragion per cui è necessario isolare i soggetti pericolosi e coinvolgere anche i corpi medi della società, come la scuola e gli organismi sociali. Una guerra, dunque, che si combatte in Medio Oriente e in patria e che, come lascia sottintendere la responsabile dell'Home Office, non può attendere il Parlamento britannico, che riprenderà le proprie attività il primo settembre.

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