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Opinioni

Il 2013 per le borse è stato un anno di conferme

Il 2013 è finito per il listino di Milano con un risultato complessivo discreto che si traduce in un boom per il comparto moda-lusso, di Mediaset e della galassia Unipol-FonSai. Non altrettanto bene è andata ad alcune banche come Carige, Mps o Bpm, ma pure Eni ed Enel sono rimasti al palo. E in giro per il mondo…
A cura di Luca Spoldi
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Ultima seduta del 2013 per Piazza Affari , che ha visto gli indici chiudere appena sopra i livelli di venerdì scorso, col Ftse Mib a +0,06%, il Ftse Italia All-Share ugualmente a +0,06% e l’indice Ftse Italia Star che guadagna lo 0,63%. Nel 2013 l’indice dei 40 principali titoli italiani per capitalizzazione ha segnato un rialzo del 16,56%, il Ftse Italia All-Share del  17,63%, mentre il Ftse Italia Star ha portato a casa un guadagno decisamente più sostanzioso (+55,7%) tenendo fede al proprio nome e testimoniando a sua volta come i risultati più interessanti si siano visti, e forse non è un caso, da parte di titoli di media capitalizzazione.

Tra le blue chip italiane oggi si sono messe in luce Yoox, Fiat e Snam, ma pure Mps (molto volatile per tutta la giornata, con continue alternanze in positivo e in negativo dopo che sabato l’assemblea dei soci ha approvato la proposta di Fondazione Mps di rinviare a maggio l’esecuzione dell’aumento di capitale da 3 miliardi di euro) e Buzzi Unicem, mentre sono calate Fondiaria-Sai (che a inizio anno dovrebbe salutare Piazza Affari per far spazio a Unipol-Sai) e Mediaset. Nel coso del 2013 la migliore blue chip tricolore è risultata proprio Yoox (+173,5%), che ha saputo sfruttare al meglio l’interesse per il settore moda-lusso che nell’ultima parte dell’anno ha fatto molto bene anche a titoli come Salvatore Ferragamo (+66,2% quest’anno col titolo che ha chiuso a 27,65 euro dopo aver toccato un massimo di 29,85 euro il 2 dicembre scorso) o Moncler (+7,12% oggi col titolo che ha chiuso a 15,80 euro per azione, nuovo massimo storico sempre più lontano dai 10,2 euro dell’Ipo, pure già ai massimi della forchetta indicativa di 8,75-10,20 euro).

L’anno d’oro del comparto lusso-moda ha finito col mettere in ombra persino risultati eccellenti del settore finanziario come quelli di Fondiaria-Sai (+147,2% da inizio 2013), Unipol (+185,8% nell’anno) e Milano Assicurazioni (+152,5%), che a inizio anno si fonderanno assieme a Premafin  (+49,4%) dando vita a Unipol-Sai,  piuttosto che di Mediaset (+121,5%) che ha sfruttato tanto la partecipazione fin quasi all’ultimo al governo Letta sia i primi segnali di una modesta ripresa del comparto della raccolta pubblicitaria in Italia dopo i continui cali degli ultimi anni. Chi invece saluta il 2013 senza alcun rimpianto sono Saipem (-46,9% dopo ripetuti tagli delle previsioni sui risultati propri e di importanti concorrenti internazionali), Banca Carige (-42,2%) e Mps (-22,3%) , con entrambi gli istituti alle prese con tortuosi tentativi di ristrutturazioni pesantemente condizionati dagli interessi più o meno legittimi della politica (rappresentata dalle rispettive Fondazioni bancarie) e dei soggetti di controllo, che tentano, come anche in Bpm (-0,44% la performance 2013 del titolo meneghino), l’impossibile quadratura del cerchio rappresentata dal varo, sin qui procrastinato, di importanti aumenti di capitale necessari a mettere in sicurezza gli istituti dopo anni di gestione a dir poco inefficiente e al tempo stesso dal tentativo di non cedere il controllo sugli istituti medesimi (e sui flussi di dividendi erogati alle fondazioni, necessari a queste ultime per poterli ridistribuire sul territorio in assenza di una più ampia e redditizia diversificazione dei propri investimenti).

Hanno poco da sorridere anche colossi dell’energia come Eni (-4,6%) e Enel (+1,15%), complice una ripresa economica che continua a non passare per il mercato domestico e che anzi risente periodicamente di qualche incertezza circa la tenuta della Cina e dei principali mercati emergenti. Timori che si sono immediatamente riflessi anche a livello internazionale: se in Europa a brillare è Francoforte (+25,5%), ancor più di Londra (+18,3%) e Parigi (+22,3%), cosa che non stupisce visto che le aziende tedesche possono sfruttare un credito abbondante e a tassi molto bassi (come finora anche quelle francesi) a differenza dei concorrenti italiani (e spagnoli) e che sono in grado di fare leva su flussi di esportazioni importanti con cui compensare la debolezza della domanda interna, nel resto del mondo volano gli indici del listino giapponese (+59,28% per l’indice Nikkei225, il risultato migliore da 40 anni a questa parte), grazie alla “droga” monetaria distribuita a piene mani dalla Bank of Japan e al rilancio della spesa pubblica sostenuta dal governo Abe nel tentativo di porre fine a quasi 20 anni di inflazione nulla o negativa.

Molto bene anche Wall Street (l’indice S&P500 oscilla sul +34% a poche ore dalla fine dell’anno borsistico), giunta ormai al quinto anno di rialzo dopo i minimi del marzo 2009 legati all’esplodere della crisi economico-finanziaria seguita al collasso di Lehman Brothers nell’autunno precedente, mentre soffrono gli indici di mercati emergenti come Shanghai (-5% circa), Hong Kong (+6,2%), del Brasile (-15,2%) e della Russia (+6,1%). Come ogni anno, insomma, i risultati dei listini azionari sembrano riflettere la forza delle rispettive economie e, in prospettiva, dei singoli comparti e titoli, al netto dell’impatto prevalente, in questi anni, dell’azione delle banche centrali che hanno costantemente operato sul mercato iniettando liquidità o mantenendo tassi prossimi a zero nel tentativo di riassorbire i danni provocati dalla crisi del 2008-2009 prima e del debito sovrano poi. Un lavoro prezioso che ha evitato il peggio ma che in assenza di riforme non servirà a ridare prospettive a paesi sempre più vecchi ed economie sempre più stanche come in Italia ma non solo. Ma anche questa, in fondo, non è una novità, giusto? Buon anno.

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Luca Spoldi nasce ad Alessandria nel 1967. Dopo la laurea in Bocconi è stato analista finanziario (è socio Aiaf dal 1998) e gestore di fondi comuni e gestioni patrimoniali a Milano e Napoli. Nel 2002 ha vinto il Premio Marrama per i risultati ottenuti dalla sua società, 6 In Rete Consulting. Autore di articoli e pubblicazioni economiche, è stato docente di Economia e Organizzazione al Politecnico di Napoli dal 2002 al 2009. Appassionato del web2.0 ha fondato e dirige il sito www.mondivirtuali.it.
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