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Ictus a 20 anni: “tutto è cominciato con un mal di testa”

Millie Carrington, studentessa ventenne di Edimburgo, soffre di emicrania per tre giorni, finché il padre non la porta in ospedale. Adesso vuole sensibilizzare i coetanei alla malattia.
A cura di Redazione
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Millie Carrington (da Facebook).
Millie Carrington (da Facebook).

Solo un mal di testa all'apparenza. Uno di quelli forti, che magari vanno via dopo un paio di ore prendendo un potente analgesico. Questo è quello che deve aver pensato all'inizio Millie Carrington, una 20enne inglese residente a Harrogate (Regno Unito) studentessa di Storia dell'Arte all'Università di Edimburgo, che ha scoperto che la propria emicrania era in realtà il sintomo di qualcosa di ben più grave. Soltanto quando il dolore persiste per più giorni e si associa ad altri sintomi più preoccupanti, si capisce che bisogna affrontare seriamente la situazione. Stava lavorando, quando la vista le si offusca e non riesce più a parlare. Tutto può essere legato all'emicrania per cui, anche in questo caso, la ragazza non si allarma e accetta di partire con i genitori per le vacanze alle Isole del Canale (nel Canale della Manica). Millie sembra rilassarsi: dorme tanto e per più giorni. Il padre a questo punto si allarma e la porta in ospedale.

Dopo diversi accertamenti, la diagnosi: un ictus. Racconta al Mirror che "per i miei genitori è stato uno choc pensare che la figlia adolescente avesse avuto un ictus. Mentre per me è stato quasi un sollievo capire cosa mi stesse succedendo". La giovane è stata curata e oggi è ancora in riabilitazione. Spiega di avere "ancora problemi di linguaggio, sono molto stanca e soffro d'ansia. Ma per fortuna sono giovane e il cervello è stato in grado di recuperare". Il malore le ha comunque cambiato la vita, poiché la paura, oltre a diventare ansia, ha dato a Millie una maggiore consapevolezza: "Da quando sono stata male cerco di sensibilizzare i ragazzi sull'ictus". Di fondo, spiega la ragazza, non si pensa che certi malori possano interessare i ragazzi, ed è per questo, conclude, che "per i primi due giorni non ho pensato ad un ictus". Ma l'esperienza lascia un segno negativo: l'ansia. Da un lato Millie vuole sensibilizzare i giovani all'argomento, ma dall'altro si rende conto di "aver bisogno di andare avanti con la mia vita, piuttosto che avere paura tutti i giorni".

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