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I vigili del fuoco “eroi” di Rigopiano: “I bimbi abbracciati ci ripagano di tutti i morti”

“Quello del vigile del fuoco è il lavoro più bello del mondo”, raccontano i soccorritori che hanno salvato i piccoli Edoardo, Ludovica e Samuel, i bambini sopravvissuti al dramma dell’Hotel Rigopiano.
A cura di Susanna Picone
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Si commuove Marco Filabozzi mentre parla di Edoardo, Ludovica e Samuel, i tre bambini che in questi giorni sono stati salvati dalle macerie dell’Hotel Rigopiano, travolto da una valanga. Filabozzi è uno degli uomini della squadra dei Vigili del Fuoco che ha salvato i bambini rimasti intrappolati sotto la neve in Abruzzo. “Abbiamo fatto tutti e tre i terremoti, Amatrice, Camerino, Norcia. Abbiamo raccolto solo morti. Quando abbiamo rotto quel pannello di legno e ci siamo trovati davanti quei tre bambini abbracciati, ci siamo guardati e ci siamo capiti subito: questi angeli ci ripagano di tutti quei morti. E quello del vigile del fuoco è il lavoro più bello del mondo”, le parole del soccorritore nel racconto all’Ansa. “Se avessimo vinto la coppa del Mondo, saremmo stati meno felici”, ha detto ancora parlando del salvataggio dei tre bimbi sopravvissuti al dramma. “Erano più o meno le 11. Un collega stava piantando i pali per terra quando si è fermato e ci ha detto che forse aveva sentito qualcosa. C'era una piccola apertura nella neve, ha gridato e ha sentito qualcosa, non so come ha fatto. ‘Ci sono delle persone vive', ci ha detto. Così abbiamo cominciato a scavare e abbiamo stabilito un contatto. Abbiamo avuto la fortuna di avere lì con noi Fabio (Salzetta, uno dei due sopravvissuti che insieme a Giampiero Parete ha dato l'allarme), che è stata una persona eccezionale perché ci ha aiutato a ricostruire come era fatto l'albergo”, è il racconto degli “eroi” del Rigopiano.

È stato quello il momento in cui sono stati individuati i primi sopravvissuti sotto la neve, Adriana Parete e suo figlio Gianfilippo. “Quando Adriana è uscita ci ha detto che c'era anche sua figlia Ludovica ma che non le rispondeva. Abbiamo parlato anche con gli altri sopravvissuti, ma nessuno sapeva più niente dei bambini”. Poi, finalmente, li hanno individuati: “Cercando di entrare da un altro punto per liberare i primi sopravvissuti – ha raccontato Marco – siamo finalmente riusciti a individuare i tre bambini nella sala del biliardo, abbiamo provato a raggiungerli ma non ci siamo riusciti. E ancora una volta Fabio è stato fondamentale. Ci ha detto che c'era una piccola struttura poco a monte dell'albergo, da lì si accedeva a una stanza tecnica dove c'erano le pompe dell'acqua e da lì ad un'altra stanzetta che dava su un'intercapedine al di là della quale ci sarebbe dovuta essere la sala biliardo”. Così i soccorritori hanno seguito le indicazioni e si sono fatti spazio tra le macerie: “Abbiamo trovato un buco, sarà stato largo 40 centimetri. In fondo c'era una porta di ferro”. Dietro quella porta, i vigili hanno sentito per la prima volta la voce dei bambini. “Ci hanno chiesto che ora era, se era giorno o notte. ‘Ma quando arrivate?'. E noi lì, a rassicurarli. ‘Ci siamo, arriviamo, manca poco'”. Hanno rotto la porta di ferro e poi un muro dopo l’altro fino a un pannello di legno. “Pensavamo fosse il retro di un armadio e così abbiamo provato a spingerlo con i piedi, a romperlo con il martello, ma non si rompeva. Era inchiodato. E sai cos'era? Era il dietro del pannello a cui si appendono le stecche da biliardo, quello dove c'è il segnapunti. I tre bimbi erano lì dietro”. “È entrato Fabrizio – prosegue il racconto del soccorritore – appena la luce ha illuminato la stanza li abbiamo visti. C'era Edoardo che abbracciava i due più piccoli. Fabrizio ha detto ‘abbracciamoci tutti' e i tre si sono tutti stretti attorno a lui”. Ludovica è stata la prima a uscire, poi è toccato a Samuel e infine a Edoardo. I due maschietti si sono scambiati il cinque con i pompieri. “Questa cosa ci rimarrà dentro tutta la vita. Abbiamo iniziato a piangere come vitelli. E guarda che siamo gente che in 20 anni ne ha viste di tutti i colori”, hanno raccontato ancora i soccorritori del Rigopiano.

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