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I veri motivi per cui la Chiesa vieta le ostie senza glutine

Le ostie devono contenere farina di frumento. Senza glutine vuol dire senza frumento e per questo la Chiesa non può accettarle. Ma c’è una alternativa…
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La comunione con ostie senza glutine è vietata dalla Chiesa cattolica perché pane senza glutine vuol dire pane senza frumento e senza frumento non c’è “vero” pane. La Congregazione per la Dottrina della Fede, “per incarico del Santo Padre Francesco” non ha fatto altro, nelle scorse ore, che ripetere qualcosa che già si sapeva da tempo da sempre,è consentito a chi non può cibarsi dell’ostia consacrata per motivi di salute di comunicarsi bevendo il vino consacrato, che è sangue di Cristo.

Le polemiche degli ultimi giorni, dunque, sono immotivate perché le disposizioni ufficiali del Vaticano sono quelle di sempre. E’ stata necessaria una nuova nota dottrinale semplicemente perché gli abusi si sono andati moltiplicando negli anni, visto che ormai ogni parroco fa come gli pare. Il documento spiega che tanti religiosi ormai comprano le ostie “anche nei supermercati, in altri negozi e tramite internet” e che è necessario che i vescovi diano “indicazioni in merito, ad esempio garantendo la materia eucaristica mediante appositi certificati.”

Poiché Cristo disse ai discepoli “prendete e mangiatene tutti, questo è il corpo” spezzando del pane comune che si consumava duemila anni fa in Palestina, il pane utilizzato nella messa “deve essere azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione”. Vietato utilizzare altri cereali, pena l’invalidità del sacramento: al momento della consacrazione, un altro tipo di pane non si trasformerebbe (è questo il dogma della transustanziazione) nel corpo di Cristo. La Congregazione ricorda anche che “è un grave abuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele.” Ugualmente, il vino deve derivare dalla sola uva, senza alcuna commistione con altre sostanze e bisogna fare attenzione che non diventi aceto.

Già nel 2003 la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva chiarito che “le ostie completamente prive di glutine sono materia invalida per l'Eucaristia. Sono materia valida le ostie parzialmente prive di glutine e tali che sia in esse presente una quantità di glutine sufficiente per ottenere la panificazione senza aggiunta di sostanze estranee e senza ricorrere a procedimenti tali da snaturare il pane.” Per poter utilizzare ostie con bassa percentuale di glutine (ma mai senza glutine, dunque) è necessaria una autorizzazione del vescovo.

C’è da aggiungere che ormai è molto raro vedere fedeli comunicarsi bevendo il sangue di Cristo dal calice. In molti casi, c’è anche chi prova un senso di vergogna a prendere la comunione in modo diverso da tutto il resto dell’assemblea e questo ha spinto all’utilizzo sempre più frequente di ostie gluten-free. Tuttavia, accostarsi alla comunione non può essere considerato uno status symbol del bravo cristiano, ma il segno di un reale legame con Dio. Per questo, la Congregazione per il Culto Divino, guidata dal cardinale tradizionalista Robert Sarah, ha ritenuto di esprimersi con maggior chiarezza sull’argomento.

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