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I samurai di Fukushima: “lavoriamo aspettando la morte”

Mentre la situazione a Fukushima resta drammatica, nella centrale 300 lavoratori, denominati i samurai di Fukushima, lavorano nella consapevolezza di dover morire a causa degli altissimi livelli di radiazioni ai quali sono stati esposti.
A cura di Cristian Basile
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I 300 lavoratori, tra vigili del fuoco e personale, che dallo scorso 11 marzo (quando il terremoto e lo tsunami hanno sconvolto il Giappone) lavorano in turni di 50 nella centrale nucleare danneggiata di Fukushima, "aspettano la morte" dopo gli alti livelli di radiazioni ai quali sono stati e sono esposti. La madre di uno di questi "liquidatori" ha confessato al quotidiano britannico "The Daily Telegraph" che suo figlio ed il resto dei lavoratori si sono riuniti ed hnno discusso sulla situazione arrivando alla conclusione che difficilmente potranno scampare alla morte.

"Mio figlio ed i suoi colleghi hanno analizzato attentamente la situazione e si sono rassegnati all'idea di morire" ha affermato la donna. Inoltre, una serie di e-mail, divulgate dalla stampa e inviate dai liquidatori alle loro famiglie, rivelano le condizioni estreme nelle quali sono costretti a vivere. "Piangere è inutile. Se stiamo nell'inferno adesso tutto quello che si può fare è salire al cielo. Per favore, fate attenzione alla forza occulta dell'energia nucleare" si legge in una mail.

"Stiamo facendo lavori di riparazione da quando c'è stato il terremoto. La città nella quale vivo, Namie-machi, è stata spazzata via dallo tsunami. I miei genitori sono travolti dall'onda e ancora non so dove si trovano. Mi trovo incatenato in un lavoro estremamente duro e con questo spirito proprio non ce la faccio più" racconta afflitto un altro impiegato di Fukushima.

Mentre coloro che in Giappone sono conosciuti come i "samurai di Fukushima" temono per la propria vita, la società proprietaria della centrale, la TEPCO, ha annunciato che a causa della mancanza di misuratori delle radiazioni, ridurrà il numero di persone che lavorano nella centrale. Davanti a questa situazione, infatti, la società ha annunciato che "fino a che non ce ne sarà uno per ogni persona, ridurremo il loro numero di coloro che lavorano nella centrale". In alcune dichiarazione all tv giapponese NHK, uno dei lavoratori di Fukushima ha affermato che ci sono solo uno o due misuratori per ogni gruppo di lavoro, "per cui non possiamo sempre misurare le radiazioni alle quali siamo esposti". Solo i capigruppo hanno un misuratore e questo aumenta considerevolemente il rischio per gli altri lavoratori già costretti a lavorare in condizioni davvero estreme, samurai che vivono con due piccoli pasti al giorno, coperti solo da uno strato di piombo e da una coperta in qualsiasi parte della centrale si trovino.

Intanto la situazione nella centrale resta drammatica ed i timori su una possibile fuga radioattiva sono aumentati dopo il ritrovamento di tracce di iodio radioattivo nell'acqua del mare in livelli che superano di 4.385 volte il limite legale. Anche le acque sotterranee sono contaminate e l'Organismo Internazionale dell'Energia Atomica ha affermato che il raggio di sicurezza dalla radioattività andrebbe esteso ben oltre i 20 chilometri previsti dal governo giapponese.

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