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I rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni sono 65 milioni: voltarsi dall’altra parte non serve a nulla

Secondo l’ultimo rapporto sui flussi migratori a livello mondiale, il Global Trends, realizzato dall’Agenzia Onu per i Rifugiati, nel 2016 il numero di persone costrette a migrare a causa di persecuzioni e guerre ha raggiunto il livello più alto mai registrato dal 1950, attestandosi a 65,6 milioni. La Siria è ancora il Paese con il numero più alto di persone in fuga: 12 milioni di individui, seguono colombiani (7,7 milioni), afghani (4,7 milioni), iracheni (4,2 milioni) e sud sudanesi (3,3 milioni).
A cura di Charlotte Matteini
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L'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha pubblicato, come di consueto in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, il Global Trends, ovvero il rapporto sui flussi migratori a livello mondiale relativi all'anno 2016. Stando alle rilevazioni effettuato dall'Onu, l'anno scorso le migrazioni forzate causate da persecuzioni e guerre hanno raggiunto il livello più alto mai registrato dal 1950, anno di creazione dell'UNHCR. Complessivamente alla fine del 2016 si sono registrati 65,6 milioni di spostamenti forzati, trecentomila in più rispetto all'anno precedente, e di questi 65,6 milioni di persone almeno 10,3 risultano essere sfollati. In media, dunque, una persona ogni 113 è costretta ad abbandonare la propria casa e nel mondo ogni 3 secondi una persona è costretta a fuggire. "Il totale di 65,6 milioni è costituito da tre componenti principali. La prima è il numero dei rifugiati a livello mondiale che, attestandosi a 22,5 milioni, rappresenta il più alto mai registrato", spiega il rapporto, sottolineando che la principale causa di origine dei rifugiati sarebbe la guerra in Siria, che conta oltre 5,5 milioni di migranti forzati. "La seconda componente è rappresentata dalle persone sfollate all’interno del loro stesso paese: si tratta di 40,3 milioni di persone alla fine del 2016. Gli spostamenti forzati più significativi si sono verificati all’interno di Siria, Iraq e Colombia. La terza componente sono i richiedenti asilo, persone scappate e attualmente alla ricerca di protezione internazionale: alla fine del 2016 il numero di richiedenti asilo a livello mondiale è stato di 2,8 milioni".

“È una situazione inaccettabile da cui emerge sempre più chiaramente la necessità di solidarietà e di uno sforzo comune nel prevenire e risolvere le crisi, assicurandosi nel frattempo che rifugiati, sfollati interni e richiedenti asilo siano adeguatamente protetti e assistiti in attesa che vengano trovate soluzioni adeguate.Dobbiamo fare di più per queste persone. In un mondo in conflitto, quello che serve sono determinazione e coraggio, non paura”, ha spiegato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Filippo Grandi.

In tutto il mondo, alla fine del 2016, l’84 per cento dei rifugiati si trovava in Paesi a basso o medio reddito, con una persona su tre (per un totale di 4,9 milioni) ospitata nei Paesi meno sviluppati. La Siria è ancora il Paese con il numero più alto di persone in fuga: 12 milioni di individui, ovvero quasi due terzi della popolazione, che risultano o sfollati interni al Paese oppure fuggiti all’estero come rifugiati o richiedenti asilo. Seguono poi i colombiani (7,7 milioni) e gli afghani (4,7 milioni) che rappresentano anche quest’anno, rispettivamente, la seconda e la terza popolazione di rifugiati più vasta, seguiti dagli iracheni (4,2 milioni) e dai sud sudanesi (il cui numero ha raggiunto i 3,3 milioni alla fine dell’anno, seguendo un tasso di incremento maggiore rispetto a qualsiasi altra popolazione del mondo). I bambini costituiscono la metà dei rifugiati del mondo. Nel 2016 le richieste di asilo presentate da minori non accompagnati o separati dai loro genitori sono state 75.000. Un numero che, secondo il rapporto Global Trends, è sottostimato rispetto alla realtà.

 
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