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I presidi che vietano canotte e bermuda: “La scuola non è una spiaggia”

Da Nord a Sud tanti i dirigenti scolastici che, con l’arrivo del caldo, stanno diramando delle circolari affinché si mantenga un atteggiamento di decoro negli istituti, a partire da un abbigliamento consono.
A cura di S. P.
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Con l’avvicinarsi dell’estate e il caldo sono tanti, in tutta Italia, i dirigenti scolastici che stanno diramando circolari affinché si mantenga un atteggiamento di decoro negli istituti. Circolari, cioè, in cui vengono vietati alcuni capi d’abbigliamento. Si citano canotte, bermuda, infradito, magliette eccessivamente scollate: sono tanti gli indumenti che, secondo molti presidi, gli studenti non devono indossare per partecipare alle lezioni. Perché a scuola, ricordano in molti, ci si veste in maniera diversa dalla spiaggia, anche se fa caldo. Il quotidiano Repubblica ha messo insieme diverse circolari, ormai di rito con l’arrivo del caldo, apparse nelle scuole di tutta Italia ricordando come ognuno ha le sue regole. C'è chi minaccia sanzioni e chi no, chi si ricorda di includere non solo gli studenti ma anche docenti e personale Ata e chi invece taglia corto imponendo dei divieti solo ai ragazzi. Repubblica riporta, tra gli altri, la lettera che ormai da tre anni scrive ai suoi studenti la professoressa Monica Galloni, dirigente del Liceo Righi di Roma. Professoressa che punta a spiegare il concetto di eleganza a scuola: “dal latino ‘eligerè (scegliere), l'eleganza è la capacità di scegliere tra più alternative possibili”. “A scuola mostrare le proprie mutande mentre si cammina per i corridoi, non è elegante. Se si dovesse diventare testimonial di qualcuno, magari sì”, spiega dunque la docente.

C’è poi chi prova a vietare alcuni capi d’abbigliamento dicendo però di non voler “limitare la libertà individuale”: è il caso del professor Alfio Pennisi, dirigente scolastico del Liceo Classico “Nicola Spedalieri” di Catania, che nella sua circolare ha scritto che “nella considerazione che i concetti di decoro e sobrietà sono suscettibili di inevitabile varietà interpretativa, lo scrivente, senza voler limitare la libertà individuale, si permette tuttavia di precisare che vanno evitati bermuda, pantaloni corti, canotte ed ogni altro tipo di abbigliamento balneare”. Chi non rispetta le regole rischia di non essere ammesso in classe. A Messina un altro preside ha invitato, con poche parole, a evitare indumenti “opportuni solo per giornate di mare” e ancora, ci sono quelli che entrano nei dettagli descrivendo quali sono gli abiti vietati. Un preside di Genova, ad esempio, che ha invitato docenti, personale Ata e studenti a “evitare l'uso di pantaloni corti, gonne eccessivamente corte e canottiere (assolutamente proibite)”. Le magliette per questo preside si possono indossare ma “devono sempre avere almeno la mezza manica”. Inoltre “occorre evitare l'esposizione di pancia e fondoschiena”.

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