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I misteri dell’ultimo volo di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin

Il volo che portò Ilaria Alpi e Miran Hrovatin da Bosaso a Mogadiscio il 20 marzo del ’94 nel loro ultimo giorno di vita è avvolto dal mistero. Non esiste una lista dei passeggeri del volo, non ci sono tracce del transito dei due giornalisti all’aeroporto di Mogadiscio, controllato dai militari americani in uno scenario di guerra. Un’altra puntata dell’inchiesta di Fanpage.it.
A cura di Antonio Musella
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La lunga inchiesta di Fanpage sul duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin avvenuto a Mogadiscio il 20 marzo del 1994 è partita dalle rivelazioni di una fonte anonima, un ex appartenente alla struttura paramilitare Gladio. Uno 007 addestrato dal maresciallo del SISMI Vincenzo Li Causi che ha raccontato le piste investigative di Ilaria Alpi sul traffico di armi e rifiuti tra Italia e Somalia, i suoi rapporti con Li Causi e gli ultimi giorni dei due giornalisti tra Bosaso e Mogadiscio. Tra il 18 e il 20 marzo del 1994 la vita di Ilaria e Miran si imbatte in presenze oscure, tanti punti interrogativi accompagnano gli ultimi due giorni di vita dei due giornalisti. Il 18 marzo i due perdono il volo che da Bosaso, nel nord della Somalia, li avrebbe dovuti riportare a Mogadiscio da dove sarebbero dovuti rientrare in Italia. Lo stesso giorno a Bosaso su un aereo della UNISOM II – la missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Somalia – arriva da Gibuti Giuseppe Cammisa detto Jupiter. È lui, secondo l'ex agente di Gladio, a far perdere il volo alla Alpi e a Hrovatin. Un volo che i due prenderanno invece il 20 marzo, il loro ultimo giorno di vita.

Il volo del mistero: nessuna lista passeggeri

A raccontare dell'ultimo volo di Alpi e Hrovatin sono Mauro Bulgarelli e Elettra Deiana, due ex parlamentari che sono stati componenti della commissione parlamentare d'inchiesta sul duplice omicidio che ha concluso i suoi lavori nel 2006. "Tutto il viaggio di Alpi e Hrovatin trova riscontri nelle carte – spiega Elettra Deiana – ci sono registri, documenti, dei voli di andata, degli spostamenti, ma del volo di ritorno non c'è alcuna traccia". Non è mai stata resa nota la lista dei passeggeri del volo UNISOM Bosaso – Mogadiscio del 20 marzo '94, non si sa quindi chi ha viaggiato insieme a Ilaria e Miran. Fanpage ha fatto richiesta ufficiale al Department of Peacekeeping Operations delle Nazioni Unite per provare ad ottenere una risposta, ma per ora nessuna risposta.

La Commissione parlamentare d'inchiesta non riuscì a trovare nessuna documentazione sull'identità dei passeggeri di quel volo. "Non c'è alcuna traccia nemmeno dell'uscita dall'aeroporto di Mogadiscio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin" sottolinea la Deiana. "Si era in uno scenario di guerra – racconta Mauro Bulgarelli anch'egli membro della commissione parlamentare d'inchiesta – l'aeroporto era controllato dai militari americani sotto l'egida dell'ONU, che segnavano tutto e anzi ai giornalisti e ai civili che transitavano per l'aeroporto veniva fatto proprio un interrogatorio per sapere dove andassero e cosa stessero facendo in Somalia". Ma del transito di Ilaria e Miran dall'aeroporto di Mogadiscio quel 20 marzo del 1994 non c'è nulla, nemmeno una riga."Per poter uscire dall'aeroporto senza essere controllati bisognava essere accompagnati da agenti dei servizi segreti, o italiani o di altri paesi alleati" precisa la Deiana.  La commissione parlamentare d'inchiesta chiese di accedere alla documentazione custodita dalla NATO per identificare le persone che erano bordo del volo Bosaso – Mogadiscio e se vi fosse traccia del transito dei due giornalisti all'aeroporto di Mogadiscio controllato dai marines. Ma dalla NATO non giunse alcun contributo. Ora, negli archivi dell'ONU, potrebbero emergere delle risposte decisive per capire chi sono state le ultime persone a vedere in vita Ilaria e Miran.

Le ultime ore di Ilaria e Miran

"All'uscita dall'aeroporto ad attenderli non c'era il solito autista – racconta Elettra Deiana – c'era un autista diverso e non c'era l'uomo di scorta che solitamente era con loro. Una volta usciti dall'aeroporto si recarono presso un primo hotel, lì Ilaria ricevette una telefonata e si spostarono verso un altro albergo, durante il tragitto ci fu l'agguato mortale". È una lunga serie di punti interrogativi quella che accompagna le ultime ore di vita di Ilaria e Miran, ma la cosa più incredibile è che non vi sono riscontri certi su nessuno di questi passaggi, da quando perdono il volo Unisom del 18 marzo a Bosaso fino alla loro morte il 20 marzo a Mogadiscio. Per questo la testimonianza di Giuseppe Cammisa detto "Jupiter" risulta assolutamente decisiva per comprendere le ultime ore dei due giornalisti. Dai documenti trovati da Andrea Palladino e Luciano Scalettari nel 2012 emerge chiaramente la presenza di Jupiter a Bosaso tra il 14 e il 18 marzo. Cammisa alle telecamere di Fanpage dice di "non ricordare quando sia stato in Somalia". Eppure "Jupiter" aveva un ruolo nel paese africano, curare gli investimenti della comunità Saman in Somalia: aiuti internazionali, medicine, ospedali .

Gli archivi di Saman e dell'ONU

La Comunità Saman dopo essere stata sconvolta tra gli anni ottanta e novanta dall'omicidio di Mauro Rostagno e dal crac generato dalla gestione di Ciccio Cardella, morto in Nicaragua nel 2011 – di cui Jupiter era il braccio destro – oggi svolge le sue attività con un menagment completamente rinnovato ed estraneo a quelle brutte storie di oltre venti anni fa. Ma negli archivi della comunità Saman presso la sede di Milano potrebbero esserci dei documenti importanti su quanto accadde il Somalia nel 1994, a cominciare dagli spostamenti di Jupiter, le persone che ha incontrato, i rapporti che ha stilato, i materiali che ha ufficialmente trasportato, i costi delle missioni. Ma negli archivi di Saman potrebbero esserci anche documenti che potrebbero fare luce sugli eventuali legami tra il centro di Saman a Lenzi in provincia di Trapani e i centri Scorpioni di Gladio a Milo e Kinisia a pochi chilometri dalla comunità, che erano diretti dal maresciallo del SISMI Vincenzo Li Causi. Aprire quegli archivi aiuterebbe a fare un po' di chiarezza su quei due giorni di marzo del 1994 e su quelli immediatamente prima. Aprire gli archivi di Saman così come quelli delle Nazioni Unite, come conoscere l'identità dei compagni di viaggio di Alpi e Hrovatin sul volo Bosaso – Mogadiscio e sull'uscita dei giornalisti dall'aeroporto somalo, sembra essere questa la strada per provare a scoprire nuovi e decisivi elementi per fare luce sulla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin .

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