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Caso Regeni, news sulle indagini

I genitori di Giulio Regeni: “Noi presi in giro, Gentiloni ha seguito un copione già scritto”

I genitori di Giulio Regeni in una intervista ad Avvenire criticano duramente la decisione di rimandare l’ambasciatore al Cairo e ribadiscono l’intenzione di recarsi in Egitto per chiedere verità e giustizia.
A cura di Redazione
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Tornano a parlare Claudio e Paola, i genitori di Giulio Regeni, dopo la scelta del Governo italiano di rimandare l'ambasciatore in Egitto a seguito di una supposta "disponibilità" egiziana a far piena luce sull'omicidio del giovane ricercatore. Con una intervista a L'Avvenire, i genitori del ricercatore ucciso ribadiscono la volontà di recarsi in Egitto il prossimo 3 ottobre, per chiedere con forza che sia fatta chiarezza sulla dinamica dell'omicidio di Giulio.

Non nascondono però la profonda amarezza per la decisione di Gentiloni di ricucire completamente i rapporti con l'Egitto: "La notizia del cambio di strategia del nostro governo ha rinnovato profondamente non solo il mio lutto di madre, ma anche di cittadina italiana e ho pensato al concetto di Stato di diritto". Non è servita neanche la telefonata del Presidente del Consiglio Gentiloni, anzi:

La telefonata non è stata per nulla rassicurante sia per la tempistica sia per i contenuti. Pochi minuti dopo la fine del colloquio è partita l’agenzia che comunicava l’invio dell’ambasciatore Cantini al Cairo. Abbiamo capito che c’era un copione pronto da tempo e nessun desiderio di confronto. A nostro avviso, anche se i punti di vista sono diversi, la democrazia dovrebbe partire dal confronto aperto tra le parti. Francamente, ci siamo sentiti presi in giro come cittadini, sia per la modalità sia per la tempistica dell’informazione.

I genitori di Regeni non si sbilanciano sulle indiscrezioni rilanciate dal New York Times, secondo cui l'omicidio è stato portato a termine dai servizi segreti egiziani, con prove chiare mostrate dagli USA al Governo italiano:

"Aspettiamo ora la traduzione degli ultimi documenti ricevuti dal Cairo e l’incontro delle Commissioni Camera e Senato del 4 settembre. Auspichiamo una relazione dettagliata della parte italiana e un confronto con la parte americana. Se il tutto corrispondesse a quanto affermato dal giornale americano, la cosa sarebbe molto grave, e confermerebbe la mancanza di trasparenza per noi cittadini e di rispetto per Giulio, assieme alla perdita di tempo prezioso per la nostra procura".

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