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I genitori della tabaccaia di Asti uccisa: “Aiuteremo la figlia malata del killer”

“La sua famiglia, uccisa anch’essa da un gesto folle non ha colpa per quanto è successo” spiegano i genitori della 54enne uccisa. Mostrato il frame che è servito per identificare l’assassino.
A cura di Antonio Palma
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"Non ci diamo ancora pace, ma quell'uomo un po' ci fa pena". Così, nonostante il dolore per aver perso una figlia in maniera tanto tragica quanto assurda, i genitori di Maria Luisa Fassi, la tabaccaia di 54 anni uccisa a coltellate ad Asti il 4 luglio scorso, invece di lasciarsi andare al risentimento contro l'assassino cercano di rialzare la testa trasformando un momento terribile in un'occasione per fare del bene. "Abbiamo saputo che quest’uomo ha una figlia malata. Purtroppo. Nel nostro piccolo, se vorrà, faremo ciò che è nelle nostre possibilità per rendere meno dolorosa e solitaria la sua sofferenza" ha dichiarato infatti Piero Fassi, il padre di Maria Luisa, aggiungendo: " Noi siamo qui. Se la figlia dell’uomo che ucciso la nostra avrà bisogno, noi ci saremo". Un atteggiamento sicuramente fuori dal comune ma che, come racconta il quotidiano La Stampa, non sorprende chi conosce la famiglia Fassi da sempre punto di ferimento per molti enti di beneficenza della città piemontese.

"Sono sempre pronti a tendere una mano agli altri, ma anche riservati, discreti quando fanno beneficenza" racconta chi li conosce. E anche in questo caso il gesto si estremo altruismo di genitori del tabaccaia uccisa non è cerro teso a cercare visibilità. "Di questo argomento non parleremo più. D’ora in avanti, quello che accadrà tra la nostra famiglia e la moglie e le figlie del signore arrestato, resterà solo una questione nostra, e della nostra coscienza" hanno spiegato infatti dalla famiglia Fassi che a chi chiede del perché di un simile gesto nei confronti del killer della figlia, spiegano: "La sua famiglia, uccisa anch’essa da un gesto folle non ha colpa per quanto è successo". La moglie del 46enne, dopo l'arresto e la confessione del marito, si sarebbe trasferita a Torino dai suoi familiari insieme ai tre figli.

Per l'arrestato lunedì ci sarà l'udienza di convalida del fermo nel carcere di Quarto d'Asti dove è richiuso da venerdì scorso dopo essere stato prelevato dai carabinieri. Il pm Luciano Tarditi infatti ha già depositato la richiesta di convalida che dovrà essere esaminata dal Gip. Intanto gli inquirenti continuano a cercare l'arma del delitto con la quale è stata uccisa Maria Luisa Fassi, un coltello. L'uomo ha indicato ai carabinieri la zona, alla periferia della città, in cui si sarebbe disfatto della lama ma i militari ancora non l'hanno trovata.

Il frame che ha incastrato il killer – Nelle foto diffuse dai carabinieri di Asti si vede il presunto assassino della tabaccaia. In particolare c'è uno dei frame che sono serviti a identificarlo: attraverso le griglie di una saracinesca si vede la sua auto, una Renault Megane, ripresa mentre passa nei pressi della tabaccheria.

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