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I deputati che votano con le “palline per i gatti”

A che servono delle “palline per i gatti” nell’aula di Montecitorio? Semplice, ad “aiutare” il deputato durante il voto…
A cura di Redazione
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Il senatore del Movimento 5 Stelle Maurizio Santangelo lo ha già battezzato “il metodo Bindi”, tuonando contro l’evoluzione del “sistema delle palline di carta con cui i deputati in Aula a Montecitorio sono soliti "bloccare" il tasto del meccanismo di votazione”, ma ovviamente la presenza di quelle palline colorate (che di solito servono a far giocare i gatti) durante il voto finale sull’Italicum non è passata di certo inosservata. L’innovazione porterebbe la firma della deputata del Partito Democratico Rosy Bindi e, in poche parole, si tratterebbe di un nuovo strumento per bloccare uno dei tre tasti della pulsantiera con la quale si esprime il voto, da utilizzare ogni qual volta ci si trovi di fronte ad una serie di votazioni ravvicinate e ripetute. La pallina per i gatti, dunque, andrebbe a sostituire i vecchi sistemi utilizzati dai deputati (la pallina di carta, la moneta da due euro, il pezzetto di legno) per evitare di affaticarsi nel premere più volte lo stesso pulsante.

Un sistema già stigmatizzato più volte dai parlamentari del Movimento 5 Stelle, che paventano il rischio che in tal modo si possa agevolare anche i classici “pianisti” (che votano al posto di colleghi assenti). Questione platealmente sollevata, ad esempio, dal senatore Ciampolillo:

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Che però si è dimenticato di avvertire il proprio collega a Montecitorio, il grillino Fantinati:

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