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Harry Houdini muore 90 anni fa: la leggenda del mago delle fughe, fra arte e occultismo

La notte di Halloween del 1926 muore Harry Houdini. Famosissimo per i suoi trucchi e per le fughe da trappole spaventose, la sua leggenda ha dei lati oscuri: come le presunte sedute spiritiche della moglie per riportarlo in vita.
A cura di Federica D'Alfonso
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Harry Houdini
Harry Houdini

Harry Houdini è stato uno dei personaggi più affascinanti e influenti del Novecento. La sua fama è legata alla “misteriosa” arte dell’escapologia, una pratica in voga ancora oggi che consiste nel liberarsi da pericolose e apparentemente impossibili trappole. Il fenomeno Houdini si è perpetrato negli anni, affascinando generazioni di giovani maghi e innalzando ad “arte” una pratica nata come spettacolo per il grande pubblico. Al suo nome sono legati però anche numerosi misteri, come il presunto spiritismo e la leggenda del suo ritorno dall’aldilà: non a caso, Harry Houdini muore il 31 ottobre 1926, proprio la notte di Halloween. Una strana coincidenza, che fa rabbrividire ancora oggi, a 90 anni dalla sua scomparsa.

Houdini nasce a Budapest, ma conquista la fama negli Stati Uniti, dove si era trasferito con la famiglia da bambino: da subito, grazie alla straordinaria prestanza fisica e alla capacità fuori dal comune di liberarsi da manette, catene, corde e camicie di forza sotto gli occhi increduli del pubblico, diviene un mito. Nel 1913 presenta quello che resta il suo numero più famoso: la tortura cinese dell'acqua, in cui rimaneva sospeso a testa in giù, in una cassa di vetro e acciaio piena d'acqua e chiusa a chiave.

Locandina pubblicitaria del 1913
Locandina pubblicitaria del 1913

Anche se una falsa leggenda vuole che Houdini sia morto in seguito ad uno dei suoi pericolosi esperimenti, in realtà il mago più famoso del mondo muore per una causa molto più “banale”: una peritonite, sviluppatasi in seguito alla rottura dell’appendice. Due settimane prima aveva ricevuto un pugno all'addome da uno studente di boxe della McGill University che, volendo mettere alla prova la risaputa prestanza fisica del mago, gli sferrò senza preavviso una serie di colpi (rivelatisi fatali) all'addome. La sua leggenda continua a vivere, alimentata da credenze soprannaturali: si racconta infatti, che prima di morire, il celebre escapologo avrebbe detto: "Se è veramente possibile a qualcuno tornare dall'aldilà, Harry Houdini lo farà".

Fantasmi, spiriti e falsi miti

False credenze, soprattutto all’epoca, collegavano l’arte dell’escapologia e i trucchi di magia al soprannaturale. In realtà, gli spettacoli di Harry Houdini poco avevano a che fare con l’inspiegabile: erano frutto di intensi allenamenti fisici e di una prontezza di riflessi unica, nonché di una mente salda e lucida anche nei momenti più pericolosi dei suoi spettacoli. Molto spesso però, il nome di Houdini è stato accostato ad una pratica molto diffusa nei primi anni del Novecento: lo spiritismo.

Tale credenza si era diffusa più o meno negli stessi anni in cui Houdini girava il mondo con i suoi spettacoli, e sosteneva (e sostiene ancora oggi) che molti fenomeni che ai nostri occhi risultano inspiegabili, siano in realtà dovuti all’intervento di forze soprannaturali: gli spiriti, appunto. Quello che non molti sanno, è che Harry Houdini, durante la sua vita, fu uno strenuo oppositore di tale credenza: si oppose pubblicamente a tali pratiche, tanto da attirarsi l’odio di uno dei più ferventi sostenitori dello spiritismo, Sir Arthur Conan Doyle.

Lo scettico Houdini chiese più volte a Conan Doyle di farlo partecipare a sedute spiritiche: celebri furono quelle con la medium francese Eva C., svoltesi a Londra nei locali della Society for Psychical Research. In seguito alla diretta osservazione delle sedute, Houdini scrisse “A Magician Among the Spirits”, sostenendo che quelli che molti consideravano poteri paranormali erano in realtà solo trucchi ben studiati di abili prestigiatori.

Niente, diceva Houdini, avrebbe mai potuto convincerlo di una possibile comunicazione con l’aldilà: ciò offese molto Conan Doyle, che ruppe pubblicamente l’amicizia con il mago. Ma, nonostante la chiara posizione di Houdini in proposito, dopo la sua morte la sua fama venne collegata in modo indissolubile alla strana pratica spiritistica: sua moglie Bess sostenne per molti anni di aver ricevuto un messaggio in codice ("Rosabelle, rispondi, parla, prega, rispondi, guarda, parla, rispondi, rispondi, parla"), e ogni notte di Halloween, per i successivi dieci anni, la donna tenne una seduta spiritica per tener fede al patto.

I trucchi più famosi

Harry Houdini durante uno dei suoi spettacoli (1910)
Harry Houdini durante uno dei suoi spettacoli (1910)

Affascinanti, pericolosi, apparentemente inspiegabili: i segreti dell’arte dell’escapologia restano privilegio esclusivo di chi si dedica a quest’arte giorno e notte. Se così non fosse, la magia che si sprigiona dagli spettacoli verrebbe meno. Ma negli anni Venti lo stesso Houdini decise di rivelare alcuni dei suoi trucchi, in alcuni libri.

Scopriamo così che molti dei lucchetti e delle manette utilizzate potevano venire aperti applicandovi una forza sufficiente in un modo particolare, altri potevano venire aperti con l'aiuto delle stringhe delle scarpe. Altre volte egli usava chiavi o bastoncini opportunamente nascosti.

Houdini si prepara ad uno dei suoi trucchi più famosi, la fuga dall'acqua
Houdini si prepara ad uno dei suoi trucchi più famosi, la fuga dall'acqua

Uno dei trucchi più noti è quello della fuga dal barile pieno d’acqua: ebbene, il tappo di era legato ad un collare da lui indossato, e il collare poteva essere aperto dall'interno con molta facilità. Trucchi che necessitavano comunque di una notevole concentrazione e forza fisica: quando veniva legato da corde o da una camicia di forza, riusciva a crearsi uno spazio per muoversi dapprima allargando spalle e torace, poi allontanando appena le braccia dal corpo e quindi disarticolando le spalle

La Casa Museo di Houdini

L’influenza di Houdini sulla cultura di massa è stata e continua ad essere così forte, che in tutto il mondo esistono ancora oggi numerosi “esperti” nell’arte dell’escapologia che s’ispirano al lavoro di questo maestro indiscusso. Come David Merlini, che nel giugno 2016 ha addirittura inaugurato una casa-museo: si tratta della “Casa Houdini”, a Budapest, nel quartiere del Castello della capitale ungherese.

David Merlini, escapologo di professione, proprio come Houdini, ha raccolto tutto ciò che riguarda il “Re delle manette”: oggetti di scena, abiti, strumenti di lavoro e ovviamente, fra questi, tante manette. David Merlini partecipa a moltissime aste per incrementare l’esposizione da ben 17 anni: dopo David Copperfield (la cui collezione su Houdini non è visitabile) quella di Casa Houdini è una delle più grandi documentazioni esistenti sull’inventore dell’escapologia.

È stata allestita una mostra permanente, che può contare su numerosi supporti audiovideo, ma il museo ospita anche programmi interattivi e spettacoli dal vivo con numerosi maghi di talento. “Ci sono tanti pazzi come me alle aste dove compro le manette che spendono tanto denaro per un solo pezzo. Credo che ciò quantifichi l’impatto della sua carriera sulla storia della magia e sulla cultura mondiale: era unico”, spiega Merlini.

Ma una motivazione ancor più recondita ed affascinante spiega la Houdini mania a distanza di quasi un secolo dalla sua morte:

Tutti si sentono un po’ come Houdini nel fondo dell’anima. Tutti vorrebbero fuggire da certe situazioni. Alcuni sono abbastanza coraggiosi per farlo, altri sono meno audaci. Ma la storia di un piccolo uomo, che da lontano e conquista il mondo intero, e ancora riceve omaggi dal mondo a 90 dalla morte, è una storia così bella e piena, che ispira tanta gente.

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