Ha 98 anni e l’Alzheimer, ma è stato un comandante nazista: identificata “la bestia di Chlaniow”
Apparentemente è un pacifico vecchino di 98 anni residente a Minneapolis, negli USA. Ma alle spalle, ha un passato assolutamente oscuro. Michael Karkoc, 98 anni, falegname in pensione, malato di Alzheimer, è sospettato di aver ucciso 44 persone nel 1944. In Polonia, infatti, lo hanno identificato come un ex comandante delle SS e ora lavorano alla richiesta di estradizione per poterlo processare. I pubblici ministeri sono sicuri al “al cento per cento” della sua identità e hanno già chiesto al tribunale regionale di Lublino di emettere un mandato di arresto.
Stando alle indagini, Karkoc sarebbe stato alla guida di un'unità della Legione di autodifesa ucraina, guidata dalle SS e accusata di aver dato fuoco a villaggi e di aver ucciso decine di polacchi.. Una formazione accusata di crimini di guerra in Polonia. Entrato a far parte dell’esercito tedesco nel 1941, avrebbe scalato in fretta i gradi, diventando comandante. Nel corso di quegli anni di militanza e combattimenti è sospettato di aver ucciso donne e bambini ed è stato riconosciuto come “la bestia di Chlaniow”, dal nome dei villaggi di Chlaniow e Wladyslawin, dove avrebbe operato. Finita la guerra, nel 1949 sarebbe poi emigrato negli Stati Uniti nascondendo la sua vera identità e sostenendo di “non aver mai fatto il servizio militare”. Nel 1959 divenne cittadino naturalizzato americano.
“Mettere insieme le prove necessarie per incriminare qualcuno di genocidio è sempre un grande successo. Questo caso dimostra che questa possibilità esiste ancora o che è almeno possibile portare i presunti responsabili davanti alla giustizia. Non bisogna mai fermarsi di perseguire i crimini fino a quando esiste anche la minima possibilità che giustizia sia fatta”, dice il magistrato Andrzej Pozorski. È stata l’Associated Press a rivelare nel giugno 2013 il suo passato da comandante delle SS ucraine. Karkoc non è mai comparso davanti ai magistrati per i suoi problemi di salute. “Non può essere considerata una prova il file di un interrogatorio del Kgb del 1968 di dubbia provenienza consegnato all’Associated Press”, lo difende il figlio Andry Karkoc.