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Guerra in Siria, Ong: “Russia usa bombe a grappolo sui civili”

Un report dell’Ong Human Rights Watch denuncia decine di raid russi in Siria con bombe a grappolo, vietate dalle convenzioni internazionali.
A cura di Antonio Palma
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Mentre i colloqui di pace per la crisi siriana si stanno rivelando ogni giorno sempre più difficili, nuovi rivelazioni denunciano nuovi evidenti violazioni del diritto internazionale da parte dell'esercito russo nel Paese. In particolare è un report dell'Ong Human Rights Watch a denunciare che nelle ultime settimane il governo siriano e le forze militari russe schierate al suo fianco hanno effettuato attacchi aerei quotidiani nei territori occupati dall'opposizione al regime di Assad usando bombe a grappolo, armi messe al bando dalle convenzioni internazionali. Secondo il rapporto dell'organizzazione non governativa, pubblicato lunedì, i raid dell'aviazione russa avrebbero causato in pochi giorni una strage anche tra i civili uccidendo almeno 37 persone tra cui anche 9 bambini.

La Ong sottolinea che almeno 14 raid con bombe a grappolo sono stati accertati da sue fonti, mentre altri 8 bombardamenti simili sono stati denunciati da attivisti, ma non possono essere confermati con certezza perché non  si sono potuti contattare testimoni indipendenti. I bombardamenti sarebbero avvenuti durante la recente offensiva governativa, appoggiata dai raid aerei russi, nelle province di Aleppo, Damasco, Idlib, Homs e Hama che ha portato ad una nuova ondata di profughi verso i confini con la Turchia. Anche per questo la cancelliera tedesca Merkel ha ribadito che questa situazione deve concludersi rapidamente perché con la Russia che continua i suoi raid in Siria, costringendo alla fuga verso i Paesi vicini decine di migliaia di civili, è difficile che possano avere luogo dei colloqui di pace.

L'uso di bombe a grappolo in Siria da parte dei russi del resto era stato già denunciato nel dicembre scorso anche da Amnesty International che aveva riferito di centinaia di civili uccisi nei raid di Mosca. In quella occasione un portavoce dell'esercito russo aveva negato le accuse, spiegando che l'aviazione di Mosca non sta usando quel tipo di armi e che le stesse non sono presenti presso le basi aeree russe in Siria. Affermazioni smentite però da alcuni scatti fotografati della base aerea di Latakia realizzate da un gruppo di attivisti russi e da alcuni media che mostrano gli ordigni a terra pronti per essere utilizzati sugli aerei.

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