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Guerra in Libia: centinaia di donne e bambini pronti ad immolarsi come scudi umani

“Se vogliono colpire Muammar Gheddafi devono colpirci tutti, perché noi tutti siamo Muammar Gheddafi”, dice una donna di 52 anni, presente alla manifestazione di ieri in cui il rais ha tenuto un discorso di sfida contro l’occidente schierato contro di lui.
A cura di Biagio Chiariello
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Proseguono gli scontri in Libia. Le forze alleate hanno bombardato il bunker di Gheddafi e, da fonti ancora non ufficiali si apprende che tra le vittime del raid ci sarebbe  Khamis, figlio del Colonnello. Le milizie libiche starebbero reagendo utilizzando armi non convenzionali. Secondo un portavoce dei ribelli, le forze di Gheddafi starebbero portando civili a Misurata dalle zone limitrofe per utilizzarli come scudi umani. Citato da ‘al-Arabiya', il rappresentate del Consiglio Nazionale degli Insorti fa anche sapere che, in questo momento, l'esercito del rais sta bersagliando pesantemente  il centro urbano di Zintan, in Tripolitania: "le brigate circondano la città e ci stanno attaccando. Negli scontri in corso oggi siamo riusciti a catturare alcuni loro soldati".

Anche gli alleati del Regno Unito asseriscono di essere stati costretti a rinviare, ieri, un'operazione militare per scongiurare vittime tra i civili: "Riteniamo che un numero indefinito di civili si siano spostati nella zona che intendevamo prendere come obiettivo", ha detto il ministero della Difesa inglese.

La notizia è avvalorata dal New York Times, oltre che dalla tv di Stato libca. Centinaia di persone che sventolavano bandiere verdi e scandivano slogan pro-regime si sono raccolte negli aeroporti e in altri luoghi strategici, probabili target dei raid inglesi, francesi e americani. Alcuni reporter del NYT che hanno preso parte alla manifestazione di Gheddafi a Bab al-Azizia a Tripoli, nella quale il despota ha tenuto l'ennesimo discorso di sfida contro  le forze internazionali schierate contro di lui, riferiscono persone pronte a sacrificarsi per difenderlo: "Sono qui per sostenere Muammar Gheddafi ad opporsi alle minacce dell'Occidente", ha detto Muftah Ghazal, 52 anni, una nonna, con giacca mimetica dell'esercito e hijab, tra i 400 sostenitori di Gheddafi presenti. "Se vogliono colpire Muammar Gheddafi, devono colpire noi. Siamo tutti Muammar Gheddafi," ha aggiunto la donna.

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Soldati bloccano un bambino, tra i sostenitori di Gheddafi presenti alla manifestazione di ieri a Tripoli

Intanto a Tajoura, nucleo della rivolta anti-Gheddafi ubicato nei pressi di Tripoli, un cittadino ha denunciato il fatto che, a dispetto della ‘no-fly zone' imposta dall'ONU, gli aerei dell'aviazione libica hanno continuato a decollare da una base vicina, diretti probabilmente verso l'est della nazione. "La nostra sofferenza è più grande di quanto si pensi", ha detto l'uomo, che, nel timore di possibili ritorsioni, non ha voluto rivelare la sua identità. "Chiunque prova a uscire di casa rischia di essere arrestato o ammazzato" .

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