Guerra all’Isis: volontari italiani insieme ai curdi a Kobane

554 morti a Kobane, la città curda siriana al confine con la Turchia da giorni sotto assedio da parte dei miliziani dell’Isis. Lo riferiscono da Londra gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani. I jihadisti  sono entrati a Kobane lunedì scorso e da allora hanno conquistato il 40% della città, difesa dai guerriglieri curdi che stanno cercando di evitare che cada nelle mani dei terroristi. Nella notte hanno respinto sette attacchi lanciati dallo Stato islamico. Ismat Hassan, presidente del Consiglio per la difesa di Kobane, ha detto all'agenzia di stampa curda Welati che le sue unità sono riuscite sabato mattina a impedire due attentati kamikaze da parte dei miliziani vicino al centro della città.

“L'attacco dell'Is è violento e privo di valori umani'‘, ha detto Xalid Berkal, consigliere comunale di Kobane, al sito di informazione di Rudaw. “Stanno distruggendo interi quartieri con carri armati e artiglieria”, ha aggiunto Berkal. A Kobane ci sono ancora 13mila civili, per cui si teme un “massacro" da parte dello Stato islamico se la città dovesse cadere sotto il loro controllo. "I recenti raid aerei hanno avuto un grande impatto”, ha detto Berkal riferendosi agli attacchi lanciati dalla coalizione internazionale a guida Usa, “ma non hanno fermato l'invasione di Kobane da parte dell'Is”.

Al loro fianco i miliziani curdi potrebbero avere anche dei nostri connazionali, almeno secondo il video diffuso dal Corriere della Sera, in cui si vede anche Arin Mirkan, la giovane combattente che s'è fatta esplodere contro lo Stato Islamico. Nel filmato si odono anche alcune voci parlare in italiano e per chi ha diffuso il video direbbero: “Ma dove diavolo eri?” e “E che ti devo dire?”.