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Groupon rifiuta l’offerta Google da 6 miliardi di dollari: una scelta di indipendenza

Diciamolo subito: non ci aspettavamo sarebbe finita così. Quella che sembrava una trattativa a mezzo stampa tesa esclusivamente ad innalzare il livello dell’offerta, si è…
A cura di Anna Coluccino
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Diciamolo subito: non ci aspettavamo sarebbe finita così. Quella che sembrava una trattativa a mezzo stampa tesa esclusivamente ad innalzare il livello dell'offerta, si è rivelata una bolla di sapone. E alla fine si scopre che Google non era più tanto convinta di comprare, e Groupon non ha mai preso seriamente in considerazione l'idea di vendere. Tanto rumore per nulla, avrebbe detto Shakespeare, tanto chiasso per poi finire con un semplice "ci dispiace, sarà per la prossima volta".

In questi giorni, il focus dell'attenzione è stato attirato prevalentemente dalle considerazioni sulla convenienza dell'acquisizione per Mountain View. In sostanza, sono stati in molti a chiedersi se un'azienda come Groupon valesse la spesa di 6 miliardi di dollari. Molti degli investitori di BigG, evidentemente, hanno creduto che la compagnia avesse sovrastimato il valore di Groupon, tanto che le azioni di Google, nell'ultima settimana, hanno subito una sensibile flessione.

A questo coro di "no" all'acquisizione, però, si è presto aggiunto il coro dei concordi. Ovvero le voci di chi comprendeva le ragioni che avevano spinto Google ad offrire così tanto per una compagnia che ha solo due anni di attività alle spalle, e sosteneva la sua scelta. Se, infatti, si considera il volume di traffico generato da Groupon ci troviamo di fronte ad un'azienda che è dieci volte più potente dei suoi più fecondi concorrenti (LivingSocial e BuyWithMe). Ma soprattutto, come molti esperti hanno fatto notare, il punto non è quanto sarebbe costato a Google comprare Groupon, ma quanto gli sarebbe costato non farlo.

Nel mondo ipercompetitivo della rete, infatti, non fare una mossa, per quanto azzardata, significa lasciare che gli avversari la facciano al proprio posto. E quanto sarebbe costato a Google l'acquisizione di Groupon da parte di Microsoft o, peggio ancora, Facebook? Quanto terreno avrebbe perso se un suo diretto concorrente fosse riuscito a mettere le mani su un'azienda tanto florida e in crescita?

D'accordo, forse i 6 miliardi di dollari offerti da Mountain View per chiudere l'acquisizione potevano sembrare una cifra eccessiva, considerando l'attuale valore di Groupon. Ma la verità è che questa offerta eccessiva è stata rifiutata e, quindi, sembra che i proprietari del sito del deal del giorno e degli acquisti di gruppo non abbiano avvertito l'irripetibilità della proposta, preferendo l'indipendenza ad una ricchezza certa ed immediata.

Inoltre, stando a quanto riportato da AllThingsD, l'introito annuo di Groupon non sarebbe, come sbandierato finora, di "soli" 500 milioni di dollari, ma di ben 2 miliardi. Il che rende l'offerta di Google tutt'altro che esagerata e il rifiuto della compagnia degli acquisti di gruppo decisamente più comprensibile.

Tutto questo non fa che accrescere l'appetibilità di Groupon, ed ora appare sempre più probabile che qualche altro colosso informatico avanzi un'offerta da capogiro per accaparrarsi una delle compagnie più promettenti del mercato. Chissà se, di fronte ad una proposta che sfiora i 10 miliardi di dollari, i fondatori di Groupon continueranno a preferire l'indipendenza o decideranno di capitolare.

Al momento, i commenti dei portavoce delle due aziende si fanno attendere e tutto sta avvenendo, ancora una volta, a mezzo stampa; senza che nessuno rilasci dichiarazioni ufficiali, ma neppure smentisca le news che, ormai, sembrano essere più certe che mai.

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