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Groupon, lo sciopero fallisce. Sindacati: “Pressioni da parte dell’azienda”

Nel giorno dello sciopero indetto dai sindacati, più del 95% dei lavoratori di Groupon (382 su 400) si sono recati come ogni giorno in ufficio. Solo 18 lavoratori, dunque, hanno incrociato le braccia. E l’azienda ha pubblicato le dichiarazioni “spontanee” di chi non ha scioperato.
A cura di Susanna Picone
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Dopo le polemiche degli ultimi giorni, lo sciopero proclamato da Cgil e Cisl del commercio a Groupon, la multinazionale tra i leader degli acquisti via Internet, è stato un flop. L’adesione dei lavoratori allo sciopero è stata bassissima. Una scarsa partecipazione che, secondo i sindacati, sarebbe da addebitare alla paura di ritorsioni e al clima di pressione che l’azienda esercita sui dipendenti. Ma, da parte sua, Groupon si è difesa sottolineando che più del 95% dei lavoratori si sono recati come ogni giorno in ufficio e ha spiegato il perché attraverso un comunicato di dodici pagine con le dichiarazioni “spontanee” di chi ha deciso di non aderire allo sciopero. Un comunicato che si intitola “Groupon: il 95% dei dipendenti non sciopera. Ecco perché” e che come sottotitolo riporta “Le dichiarazioni di chi oggi ha scelto di lavorare”.

Groupon pubblica le dichiarazioni “spontanee” di chi non ha scioperato

“Oggi 25 giugno, giorno dello sciopero indetto dai sindacati – si legge nel comunicato di Groupon – più del 95% dei lavoratori (382 su 400) si sono recati come ogni giorno in ufficio, hanno preso posizione nelle loro scrivanie, bevuto i soliti caffè e iniziato le loro attività quotidiane”. L’azienda continua scrivendo che sono tante le persone che “non riconoscono se stessi come lavoratori né Groupon come azienda nei titoli dei giornali di questi ultimi due giorni”. Tanti coloro che “ci hanno chiesto – continua Groupon – di reagire con forza e difendere la nostra Azienda e il nostro lavoro da attacchi del tutto privi di fondamento”. Da qui la decisione di raccogliere i messaggi di colleghi “in risposta a chi getta fango sulla nostra realtà, mancando di rispetto a chi un lavoro non lo trova e alle centinaia di persone che invece lavorano tutti i giorni per i nostri clienti e i nostri partner”.

La difesa di Groupon dopo le accuse

L’azienda parla dunque delle centinaia di persone assunte a tempo indeterminato alle quali vengono riconosciuti benefici aggiuntivi rispetto a quanto previsto dalla legge e dal Ccnl, come ticket restaurant, revisione annuale delle retribuzioni basate sul merito, progetti di formazione, sistemi di incentivazione. “Le porte della nostra Azienda sono sempre aperte – scrive ancora Groupon prima di riportare undici pagine di pensieri raccolti in sede -. Tutti coloro che volessero verificare la situazione con i loro occhi, lo possono fare anche oggi stesso; basta citofonare Groupon e passare a trovarci”. I “pensieri spontanei di alcuni colleghi” sono stati raccolti inviando un form online da compilare non in forma anonima ma con nome e cognome ai 400 dipendenti, esclusi quelli in sciopero, in malattia, in ferie o in maternità. Hanno risposto circa 180 persone. Tra i vari c’è quello di Alessandra S.: “Non sciopero perché ho un indeterminato e mi ritengo una privilegiata. Non sciopero perché quella che hanno descritto non è la mia azienda. Non sciopero perché scioperare, per me, ha un valore diverso”.

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