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Grillo: “Vince l’astensione, anche col naso turato la puzza è troppa. Soprattutto quella del Pd”

Il capo politico del Movimento 5 Stelle commenta i risultati delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna, soffermandosi sul dato dell’astensionismo che “non ha colpito il M5S”.
A cura di Redazione
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Non ha dubbi Beppe Grillo nel commentare i risultati delle elezioni regionali in Calabria ed Emilia Romagna: ha vinto l’astensionismo ed il Movimento 5 Stelle fa segnare comunque un buon risultato in termini di voti. Nella lettura del capo politico del Movimento 5 Stelle, insomma, il drastico calo della partecipazione all’elezione del nuovo governatore, soprattutto in Emilia Romagna, è indice di una marcata insofferenza dei cittadini nei confronti della politica dei partiti. E da qui un duro attacco al Pd: “In una regione in cui chi compra con i soldi pubblici un vibratore (o si fa spesare lo scontrino per andare a pisciare in un Autogrill e non se ne vergogna) dove si torna a votare non per scadenza elettorale, ma perché il presidente di Regione Errani è stato condannato, votare, anche turandosi il naso, è dura. La puzza è troppa, in particolare quella piddina.”

Confrontando i dati delle ultime elezioni regionali, poi Grillo rileva come in voti assoluti il M5S abbia comunque fatto un passo in avanti, eleggendo 5 consiglieri con una campagna elettorale costata pochissima. Ecco il commento integrale:

In Emilia Romagna ha vinto l'astensionismo, il rigetto del cittadino per la politica. In una regione in cui chi compra con i soldi pubblici un vibratore (o si fa spesare lo scontrino per andare a pisciare in un Autogrill e non se ne vergogna) dove si torna a votare non per scadenza elettorale, ma perché il presidente di Regione Errani è stato condannato, votare, anche turandosi il naso, è dura. La puzza è troppa, in particolare quella piddina. Ora c'è il solito gioco di chi ha vinto e di chi ha perso. Si può dire tranquillamente che con questo livello di astensionismo ha perso la democrazia. I cittadini non hanno più fiducia nei partiti, tanto, comunque fanno quello che vogliono: dall'abolizione del voto popolare al Senato che diventerà affollato (più dell'ora d'aria del carcere di Opera) di inquisiti e condannati regionali mai eletti da nessuno all'abolizione dell'articolo 18. Il voto è una delega in bianco che l'elettore non vuole più dare. Questa è l'analisi della consultazione di ieri. Neppure il bombardamento mediatico di Renzie puo' nulla contro la realtà quotidiana che è sotto gli occhi degli italiani. E ora compariamo i dati delle regionali 2010 con quelli delle regionali 2014. Un dato per tutti: l'astensionismo non ha colpito il M5S.

Quattro anni fa votò il 68,06%, ieri il 37,67% degli elettori (a proposito Renzie e Berlusconi vogliono un Senato di nominati dalle Regioni eletti da così pochi cittadini?)

Il MoVimento 5 Stelle nel 2010 raccolse il 6% pari a 126.619 voti eleggendo due consiglieri, ieri ha aumentato i consensi in termini assoluti con 159.456 voti (13,2%) pari a cinque consiglieri con una campagna elettorale costata poche migliaia di euro a fronte delle centinaia di migliaia di euro degli altri partiti e senza l'aiutino dei media.

Decimata Forza Italia che da 518.108 voti (24,5%) passa a 100.478 voti (8,36%) con due soli consiglieri.

La Lega perde 55.162 voti: in termini assoluti è passata da 288.601 voti del 2010 (13,6%) a 233.439 voti (19%).

Il Partito Democratico perde 322.504 voti: è passato da 857.613 voti del 2010 (40,64%) a 535.109 (44,52%). I numeri non sono opinioni tranne che per il Giornale .

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